L'artista vs. La Rossa

Chi ha letto più o meno il mio blog, sa perfettamente che tipo di ragazzina fossi ai tempi del liceo, non ho bisogno di fare un'introduzione particolareggiata. Questa è la seconda parte del "Carlotta vs. Carlotta", la prima parte è La Peste vs. La Rossa, in cui spiego anche il senso di questa voglia di analizzare l'incontro tra la me stessa di ora e la me stessa del passato.
Chi non ha idea di chi io sia, chi mi conosce ma non abbastanza bene, chi ha letto qualcosa ma solo di recente, può tentare di farsi un'idea di come fossi da ragazzina leggendo di questo ipotetico racconto della me stessa quindicenne con la me stessa di oggi.

Enjoy!

E' una tranquilla giornata genovese. Come di consueto sulle scalette di Salita delle Battistine ci sono un paio di tossici che fumano crack o si bucano, il tutto accompagnato dalla luce calda del crepuscolo.
So esattamente dove beccare C: frequentando il liceo artistico, è a scuola quasi tutti i pomeriggi. Mi ricordo quanto era stancante stare a scuola fino alle 5.30 - 6.00 di sera, dopo aver passato l'intero pomeriggio in piedi davanti al cavalletto a disegnare. Probabilmente la beccherò stanca, con lo scazzo, con la diffidenza tipica che la contraddistingue.
Mi siedo sulle scalette proprio accanto ai tossici, aspettando che lo sciame di studenti si riversi sulle scalette, come una mandria di zebre che non vede l'ora di andare a casa.
Il primo pensiero che ho avuto vedendola in lontananza è stato "ma come stracazzo mi vestivo?"
Davanti a me stava apparendo una ragazzina piuttosto magra e piuttosto trasandata. I capelli erano arruffati, portava la frangetta e i capelli lunghi. In quel periodo erano colorati di blu.
Indossava una felpa a scacchi, una gonnellina a pois di dubbio gusto, calze rotte e il suo immancabile paio di etnies grigie e rosse con i lacci fosforescenti, da un lato gialli, dall'altro viola. Alle spalle l'immancabile zainetto Billabong e il tubo portadisegni. Agli occhi eye liner nero molto sbavato. Le unghie erano mangiucchiate, lo smalto nero si stava scrostando via, e le mani erano sporche di pittura e inchiostro.
Una visione pittoresca, una fata turchina uscita male; non ero preparata a rivedermi in quei panni.
Alla fine della prima rampa di scale la fermo. Stava parlando con una tipa strana, era la famosa Camilla. Lei in quel momento portava i capelli verdi e una ridicola frangetta che finiva più o meno all'inizio della sua fronte. Indimenticabile il suo chiodo con la scritta, rigorosamente fatta con l'uniposca, "Distruggi ciò che ti distrugge".
Mi guardano entrambe male, mi squadrano dalla testa ai piedi.
"Si?" mi dice C con aria parecchio infastidita.
"Mi chiamo Carlotta, posso accompagnarti a casa?"
"Mi prendi per il culo?"
Ho alzato un sopracciglio. Si, avrei dovuto ricordare che non ero esattamente una persona amichevole, ma non sapevo in che altro modo approcciare la me quindicenne.
Non mi lascia rispondere, chiede a Camilla di andare via, e poi mi chiede se per caso fossi qualcuno mandato da suo padre per spiarla.
"Nulla di tutto ciò. So che sembra un po' assurdo, ma sono te circa tra dieci anni..."
Mi guarda fisso negli occhi. "Prego?"
"Sono la te stessa del futuro. Dai hai un'immaginazione parecchio vasta, non dirmi che non hai mai immaginato un incontro del genere..."
"Ascolta, non so chi tu sia, ma devo tornare a casa..."
"Carlotta, sappiamo tutte e due che non hai il cellulare, che rimani sempre un'oretta in giro prima di tornare a casa, tanto non sei rintracciabile e i tuoi non sanno mai esattamente dove sei e cosa fai... tu dici che prendo per il culo te, inizia con il non prendere per il culo me...che ne dici?"
"Ok, non so chi tu sia, e non sono nemmeno sicura del tuo grado di sanità mentale... la smettiamo qui oppure mi devi tediare ancora un po'?"
"Senti... facciamo uno scambio equo: io ti chiedo di dedicarmi una mezz'oretta, tu alla fine di questo tempo potrai chiedermi qualcosa che vuoi ed io te lo darò. Che ne dici?"
"E come faccio ad essere sicura che questo scambio avverrà?"
"Non ne sei sicura. Dai avanti, ti sei fidata di gente ben peggiore di me...e poi non sei curiosa nemmeno un po'?" Moriva di cuiosità e glielo leggevo negli occhi.
"Si, muoio di curiosità in effetti. Va bene, portami a casa".
Saliamo in macchina, una twingo, gialla. Mi tira due pugni sulla spalla. Mi ero scordata del gioco, e mi metto a ridere pensando che la Carlotta ventenne non è poi così diversa da come era prima, è solo un po' cresciuta. Alzo gli occhi al cielo e la invito a salire.
"Ti dico la strada, allora..."
"Non ce n'è bisogno, ci ho abitato anni in quella casa.."
"Dai per favore, dimmi chi sei e cosa vuoi, stai iniziando a inquietarmi..."
"Te l'ho già detto, sono Carlotta, ho 23 anni, il che significa che ho poco meno di dieci anni in più di te. Sono tornata un attimo indietro perchè oggi in laboratorio mi è presa l'ispirazione per scrivere un post e..."
"Ferma, ferma, ferma.. troppe informazioni tutte insieme. Tornata indietro da dove? Ispirazione per scrivere che? E a che laboratorio ti riferisci?"
"Sono tornata un attimo indietro dal 2017. Abito a Lisbona, tengo un blog da parecchi anni, lo aprirai tu tra poco per la prima volta. E il laboratorio è un laboratorio dentro a un centro nucleare nei pressi di Lisbona."
"Non sto ancora capendo cosa c'entri con me..." Si accende una sigaretta, e le chiedo di offrirmene una. Pall Mall Rosse. E la seconda cosa che chiedo a me stessa è "come stracazzo facevo a fumare quelle sigarette?" forse non è un caso che le abbiano tolte dal commercio.
"Fai un piccolo sforzo, ti prego. Ho bisogno di questa conversazione. Ascolta, inizia con l'accettare razionalmente il fatto che io sia te stessa qualche anno dopo, ce la puoi fare?"
Si gira verso il finestrino. Mi guarda "si, in effetti ci assomigliamo abbastanza. Ma sono ingrassata..."
"Si sei ingrassata, e grazie al cielo hai anche smesso di vestirti di merda"
"Credi di essere vestita meglio tu con quel vestito e quella collana ridicola?"
"Carlotta, vuoi mica dirmi cosa c'è sotto il ridicolo guanto fucsia che porti al braccio sinistro?"
"Va bene, sai come zittirmi. Vuoi un premio?" Si toglie il guanto, mi mette il polso tagliuzzato davanti agli occhi. Tiro un urlo "Ma allora hai qualche problema! Non ce la fai a capire che sto guidando?"
"No non ce la faccio, sono psicopatica e anche un po' ritardata!"
"Ok Carlotta, questo non è il modo giusto..."
"Mi hai provocata"
"Non riuscirai a mettere alla prova la mia pazienza, ci sono passata molto prima di te ad avere il tuo carattere."
"Va bene, cosa vuoi?"
"Te l'ho già detto, voglio solo parlare"
"Si ma non si capisce di cosa. Stai delirando. Mi dici che la me stessa tra circa dieci anni si troverà a Lisbona, e lavorerà in qualche merda nucleare... cosa vuoi che ti dica?"
"Racconta, cosa vuoi fare da grande?
"Voglio fare la tatuatrice"
Non riesco a trattenermi, scoppio a ridere. Ovviamente scateno la sua ira. E ovviamente riconosco anche che ha ragione.
"Senti, fermati, scendo dalla macchina e torno a casa in autobus. Hai rotto."
"No dai non scendere. Per tua informazione, farai il tuo primo tatuaggio tra parecchi anni..."
"Si? E cosa mi tatuerò?"
"Ma figurati se te lo dico, vuoi davvero rovinarti la sorpresa?"
"No hai ragione, non voglio. Quindi hai intenzione di dirmi che farò nel futuro o cosa?"
"Ti racconto solo quello che vorrai sapere, quindi per capire cosa è importante per te voglio che tu mi faccia delle domande...qualsiasi cosa ti venga in mente, ti va?"
"Ok.. fammi pensare. Dunque, il fatto che la me di 23 anni sia qui ora significa che non morirò suicida. O almeno non nei prossimi anni. Non so cosa chiederti..."
"Dai sforzati un po'"
"Boh... posso chiederti se mi rimanderanno a settembre pure quest'anno?"
"Si puoi. Ci rimanderanno a settembre. Ma non voglio anticiparti troppo, sarà tipo divertente quando scoprirai di cosa ti hanno rimandata"
"Più divertente del fatto che mi hanno rimandata a settembre di discipline plastiche??"
"No, non così tanto divertente"
"Ho preso il mio primo 10 di pittoriche. Ma probabilmente lo sai già..."
"Dai abbiamo fatto un disegno fighissimo meritavamo quel 10"
"Passerò ancora così tante notti in bianco a disegnare, o scrivere solo perchè di notte c'è più calma?"
"Le notti in bianco sono una costante della nostra vita, Carl"
"Come la solitudine?"
"Si, perchè ha delle potenzialità pazzesche"
"Non le vedo"
"Ovvio che non le vedi, non ti preoccupare, in realtà a volte non le vedo nemmeno io ancora adesso. Continuo a ritrovarmi a piangere senza motivo, ogni tanto"
"Sono malata di depressione? Sono psicopatica? Cosa ho di sbagliato?"
"Ti senti sbagliata? Comunque tenteranno di diagnosticarci disturbi mentali strani, ma noi continueremo a fregarcene."
"A volte mi sento sbagliata. A volte mi sento fuori posto. A volte sento che un posto nel mondo per me non esiste.. Ma se sei me davvero dovresti saperlo..."
"Sono passati tanti anni, mi fa bene ricordare meglio come ci si sente ad avere la tua età"
"Beh dai non ne sono passati tantissimi. Ma com'è che stai a Lisbona?"
"Sto facendo la tesi della magistrale qui, rimarrò lì un anno. Sto progettando di tornare per il dottorato, o comunque di continuare a viaggiare, ad andare altrove"
"Ma che figata! Quindi non manderò completamente a puttane la mia vita. Cosa c'entra il centro nucleare con la filosofia?"
"Ah è vero. Tra qualche anno sarai indecisa tra lo studiare filosofia o ingegneria dei materiali..."
"Eh?? Ma no, io studierò filosofia. Al massimo storia dell'arte o beni culturali..."
"No no, abbandonerai l'idea. Cioè no, non l'abbandonerai mai del tutto. Non so come spiegartelo senza raccontarti troppo, ma non ti preoccupare, la tua vena artistica rimarrà intatta, anzi capirai sempre meglio come esprimerti, e adir la verità Lisbona ti darà molte più opportunità per farlo di quante ne hai qui. Ma anche qui tra poco avrai modo di dare un senso alla tua voglia di esprimerti. Ti sembrerà di non aver concluso nulla in questi anni del liceo, ma poi realizzerai che ti hanno portata a fare davvero tante cose"
"Quindi sperimenterò tante cose? Hai la faccia di una che si è data a strane discipline new age"
"Si, farai un sacco di esperienze, e in effetti ora come ora sono abbastanza fissata con lo Yoga"
"Mi prendi in giro? Yoga?? Sei pure vegetariana ora?"
"Ma dai, come fai a pensare una cosa del genere?" Rido capendo che a quindici anni avevo una paura incredibile di omologarmi alla massa, di fare parte di un qualsiasi gruppo sociale, di avere un'etichetta sulla fronte.
"E' vero che posso fare qualsiasi cosa mi venga in mente di fare?"
"Non hai bisogno di sapere da me la risposta, stai già dimostrando che -nel bene o nel male- se ti metti in testa qualcosa la raggiungi."
"Determinazione o stupidità?"
"Ti sembro una stupida?"
"No, tutto il contrario.. Maaa com'è che ho i capelli rossi?"
"Boh un giorno hai deciso che il rosso era il tuo colore..."
"Mi immaginavo meglio con i capelli viola"
"Anche io. Ma poi ho preferito il rosso."
"Com'è che ho iniziato a vestirmi così di merda?"
"Carl, potrei dire la stessa identica cosa di te adesso, te ne rendi conto?"
"A me piacciono questi vestiti..."
"E a me questi"
"Contenta te..."
"Cos'altro vuoi sapere sul tuo futuro?"
"E' già abbastanza confortante sapere che sarò a 3000 km di distanza da qui... davvero, mi hai cambiato la giornata...Però fammici pensare ancora un po' a cosa voglio sapere.."
"Quindi ti piaccio?"
"Si, abbastanza. Però davvero, quel vestito fa proprio cagare."
"Eh va beh, proverò a farmene una ragione ok? Tenterò anche di farmene una ragione del fatto che in passato indossassi gonne a pois e calze rotte, ce la farò mai?"
"Dimmi un po', il piercing che ci siamo fatte da sole qualche mese fa, farà infezione?"
"No vai tranquilla, però tra poco lo toglierai. Ma non preoccuparti, poi lo rifarai. E sarai abbastanza meno incosciente da non rifartelo da sola"
"Cos'altro farò di figo? O meglio... farò qualcosa di figo o diventerò una normale persona annoiata dalla vita che smette di sperimentare cose nuove?"
"No no, quello mai... beh cose fighe per come le intendi tu, tante, in Portogallo ti lancerai col paracadute da 5000 metri!"
"Ok ok, non voglio sapere altro al riguardo..."
"Una volta sei anche salita su una gru..."
"Figo! Ma in tutto ciò... cosa vorrò fare da grande?"
"Vuoi davvero che te lo dica? Cioè... non preferisci tenerti il gusto della scoperta?"
"Hai ragione.. forse non voglio saperlo. Ma dimmi almeno se capirò qual è la mia vocazione"
"Ti accorgerai che l'hai sempre saputo, lo realizzerai dopo il secondo anno di università, ma meglio delle persone che non lo realizzano mai. Continuerai a pensare che se nella vita non si ha passione non ha senso viverla, per questo continuerai a non fare ciò che ti dicono ma solo ciò che vuoi davvero"
"Quindi sarò come adesso, solo vestita un po' più di merda?"
"Farò finta di non aver sentito l'ennesimo insulto al mio vestito, comunque no, non sarai come adesso, fortunatamente crescerai e imparerai a distinguere ciò che ti fa bene da ciò che ti fa male... beh non proprio sempre, e in realtà anche ora non sono sicura di averlo capito a fondo, ma sono ottimista, penso che lo capiremo presto"
"Lo vuoi davvero?"
"E tu?"
"Io sono convinta che ogni persona abbia la propria verità e i propri motivi per fare certe azioni..."
"E continuerai a pensarlo, tranquilla. Ti faranno, e ti stanno già, facendo credere che gli errori si pagano per sempre; realizzerai presto che non è così. Stara male, malissimo... ma poi starai bene, e addirittura riuscirai a pensare a certe cose senza farti venire un attacco di panico"
"Niente più altalene emotive?"
"Non ho detto questo... siamo un'altalena vivente, questo non cambierà"
"Mi sembra divertente..."
"Non nelle fasi di down, ma forse abbiamo più difficoltà ad affrontare le fasi di up, in cui crediamo che la fregatura sia sempre dietro l'angolo..."
"Beh se ti ricordi è stato così per molto"
"Si vero, ma il futuro che ti spetta arriverà e sarà brillante"
"Continuate a dirmelo tutti, senza capire che la vita è ora, e che a me importa dell'adesso, non del futuro"
"Un giorno guarderai al passato, ti guarderai allo specchio, e ti renderai conto di essere fiera di te stessa. Ti renderai conto del percorso, ti renderai conto che mentre ti sembrava di non fare nulla hai realizzato tanto, e imparerai a goderti il presente"
"Lo Yoga ti ha corrotta" ride, la vedo rilassata, meno preoccupata, come se le avessi dato almeno una sicurezza. Torna seria e mi chiede se lei piace a me.
"Si, un casino. Sei perfetta. Tutto ciò che sei ora è quello che sono diventata io, quindi per favore, non trattenerti mai, fai ciò che desideri, cerca di essere il più autentica possibile, e piantala di stare male per i tuoi pseudo amici tossici. Qualcuno di loro farà davvero una brutta fine, ma penso che tu lo sappia già..."
"Si è vero, non è difficile da prevedere. Ma l'importante è che io me ne vada da qui, da loro, da tutti e da tutto..."
"Davvero l'unica cosa che ti importa è andartene?"
"Si. Mi conosci bene, sai che continuo a rimanere in vita con lo scopo di andare via un giorno...Ti va di dirmi la data?"
"Ricordati bene il 2015, il 2016 e il 2017. Supererai -quasi- tutti i limiti che credevi di avere"
"Non riesci ad essere più precisa?"
"Hai mai visto Big Fish?"
"Si..."
"Quando saprò esattamente come moriremo prometto di tornare di nuovo indietro per riferirtelo... d'accordo?"
"Mi sembra un compromesso ottimo"
"Sei fiera di me?"
"Non posso risponderti, cioè, ho bisogno di sapere se sei soddisfatta della tua vita ora..."
"Si, sono soddisfatta"
"E allora si, sono fiera di te. Però non voglio che ti accontenti, mai, per nessun motivo"
"Ti ricordi? Fin da piccole ci dicevano che siamo incontentabili... Questo non cambierà. E proprio l'irrequietezza, il non accontentarti mai e volere sempre di più, ti porterà a grandi cose. E' una ricerca senza fine, e ti piacerà, ti piacerà da impazzire"
"L'incontro con te mi fa sentire migliore, mi da speranza, grazie per essere tornata a parlarmi"
"Questo incontro serve più a me ora che a te..."
"Cosa intendi?"
"Sono in un grosso periodo di transizione, e sto capendo quale sia la strada giusta. Avevo bisogno di tornare da te e dalla Carlotta La Peste per sapere se sareste state fiere della persona che sono ora... Non voglio fare qualcosa che ti deluda"
"L'unica cosa che mi deluderebbe sarebbe saperti conformata a una società che ti vuole senza cervello, senza senso critico, senza ideali..."
"Che bella che ero a quindici anni. Imparerai che a volte devi trovare un compromesso. Ma la se la rivoluzione ce l'hai dentro, non c'è nulla che ti può trattenere dall'esprimerti"
"Quindi fammi riassumere: vestiti diversi, stessa mentalità, meno incoscienza?"
"Esattamente"
"Mi piace. Mi fido di te, anche se non so -e probabilmente non potrei capire adesso- quel è la strada che vuoi prendere, sono sicura che sia quella giusta!"
"Lo pensi davvero?"
"Si! Cavolo, sembri molto sicura di te stessa, mi fa bene vederti così.."
"Hai sempre avuto un sacco di sicurezza in te stessa..."
"Si ma vedendo te ora, mi rendo conto che adesso sto solo fingendo"
"Goditi la tua finzione. Tanto qualsiasi cosa farai nella vita, in qualsiasi modo apparirai, ci sarà sempre, sempre, sempre qualcuno che ti dirà la sua senza che tu lo chieda. A te comunque continuerà a non importare"
"Siamo arrivate.."
"Si, e come promesso, puoi chiedermi quello che vuoi.."
"Ma no, non voglio nulla. E' stato già figo così. Tornerai?"
"Forse. Penso che esistano tanti momenti della vita in cui ci sarà una transizione, in cui bisognerà scegliere la strada. Anche se so che sei ancora immatura, so che i valori che mi muovono esistevano già, probabilmente vorrò ancora assicurarmi di non averli persi"
"Beh, sai dove trovarmi" Mi sorride. Ci abbracciamo.
"Va bene Rossa, ci vediamo alla prossima quindi?"
"Probabile.."
Scende dalla macchina, mi saluta ancora una volta con la mano, e poi scompare nel portone di casa.
Prima di tornare indietro alla realtà rimango seduta lì ancora un po', fissando ciò che ho davanti. E rendendomi conto che si è vero, posso continuare sulla strada che mi sto figurando adesso.
Non ho la certezza di ciò che sarà, come non la avrò mai, ma finchè non perdo me stessa non perderò nemmeno di vista la strada.

-Ma visto che esattamente come un pazzo che soffre di personalità multiple, dentro di me convivono  tante Carlotte, prima o poi le dovrò affrontare tutte, una per una-

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