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Visualizzazione dei post da maggio, 2018

Il mio secondo compleanno

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Non è da tutti avere un secondo compleanno, eppure io ce l'ho. Ne parlo in questo post del 2012  https://letaschepienedisogni.blogspot.pt/2012/05/il-giorno-in-cui-sono-nata-una-seconda.html "ieri sera ho sentito qualcuno che diceva che per essere felici bisogna esserlo e basta. Allora per vivere, forse, bisogna vivere e basta" Una semplice e piccola illuminazione, che mi è arrivata solo dopo aver affrontato la meravigliosa esperienza del teatro. Sono ormai 3-4 anni che ho smesso completamente, ma sono stati anni molto intensi, e ho vissuto un'esperienza che mi porterò dentro per sempre. Pensando a questo mio 'secondo compleanno' sul palcoscenico, mi sono venute in mente una serie di riflessioni. La prima riguarda le esperienze in generale. Nel post linkato sopra, dico di voler fare teatro per tutta la vita, cosa che non è successa. Ho preso altre direzioni, sto facendo altre cose, ho fatto altre esperienze, e solo occasionalmente mi dedico al teatro (

La lezione della morte

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La morte è una realtà onnipresente per noi, sia che vogliamo pensarci o meno. È sempre lì, nel sottofondo delle nostre giornate. Ne sentiamo parlare al telegiornale, ne sentiamo discutere tra i nostri conoscenti, ne sentiamo la presenza quando ci preoccupiamo della nostra stessa salute. La morte è tra i meandri dei nostri pensieri anche quando semplicemente prestiamo attenzione per attraversare la strada. Eppure ci spaventa prenderne consapevolezza. Ci spaventa parlarne. Ci spaventa farci i conti. Preferiamo di gran lunga dedicare il nostro tempo e le nostre energie mentali al gossip, a futili liti e ai social media. Non voglio certo suggerire che qualsiasi cosa pensiamo o facciamo debba essere profonda o solenne, ma contemplare la brevità della nostra vita può aiutarci ad avere una prospettiva diversa su come investiamo i nostri pensieri. Ho detto "come" e non "cosa". Più che l'oggetto della nostra attenzione, a contare infatti è la qualità d

Ho bisogno di sentimenti - Alda Merini

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Io non ho bisogno di denaro. Ho bisogno di sentimenti, di parole, di parole scelte sapientemente, di fiori detti pensieri, di rose dette presenze, di sogni che abitino gli alberi, di canzoni che facciano danzare le statue, di stelle che mormorino all’ orecchio degli amanti. Ho bisogno di poesia, questa magia che brucia la pesantezza delle parole, che risveglia le emozioni e dà colori nuovi. La mia poesia è alacre come il fuoco trascorre tra le mie dita come un rosario Non prego perché sono un poeta della sventura che tace, a volte, le doglie di un parto dentro le ore, sono il poeta che grida e che gioca con le sue grida, sono il poeta che canta e non trova parole, sono la paglia arida sopra cui batte il suono, sono la ninnanànna che fa piangere i figli, sono la vanagloria che si lascia cadere, il manto di metallo di una lunga preghiera del passato cordoglio che non vede la luce. -Alda Merini Sento mia questa poesia come nessun'altra poesia di Alda Meri

Euroflora 2018 a Genova - photogallery

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Visto che mi trovavo a Genova nel periodo in cui c'era Euroflora, ho colto l'occasione per immergermi nella bellezza dei fiori, del mare, dei colori e degli odori. Ne parlo meglio nel blog di Sara Daniele, Emotionally . Ecco il link al mio guest post:  http://www.emotionally.eu/2018/05/novita-euroflora-genova.html E di seguito la mia photogallery dell'evento! Ho scattato più di 600 fotografie, è stata dura selezionarne solo alcune. Enjoy ;) sperando di portarvi almeno un po' nella meravigliosa atmosfera dei parchi di Nervi, location dell'evento. gli ombrelli colorati per le vie del centro città ombrelli colorati e allestimenti floreali in Galleria Mazzini una delle tante vetrine della città allestite a tema floreale Gli alti papaveri del labirinto, sullo sfondo Villa Grimaldi Allestimento del comune di Zoagli La vista dalla terrazza panoramica, che da sul mare e sulla famosa passeggiata Anita Garibaldi Allestimento in onore

10 cose che ho realizzato andando in bici tutti i giorni

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Dopo poco più di una settimana da quando mi sono trasferita a Lisbona, ho comprato una bicicletta, ed ora è da circa quattro mesi che la uso per i miei spostamenti quotidiani. L'idea è sempre ronzata nella mia mente, e ho sempre pensato che nella vita avrei voluto vivere in luogo che mi permettesse di girare in bicicletta quotidianamente. Sono sempre stata una ciclista occasionale, che non ha mai avuto il coraggio di diventarlo abitualmente, ma adesso che ho fatto 'il grande passo', voglio condividere con voi qualcosa che ho realizzato in questo mio primo periodo. Joana II (perchè la prima me l'hanno rubata) 1- Se si aspetta la città a misura di ciclista, si finisce per non montare mai in sella. Lisbona è una città difficile dal punto di vista dell'urbanistica, forse paragonabile a Genova, però è dotata di piste ciclabili, tante soprattutto nell'area in cui vivo e lavoro. Il grande problema di Lisbona è il sali-scendi continuo, anch'essa è costruita s

La violenza della stabilità (è un modo di morire a metà?)

Ho deciso di scrivere un post al giorno... vediamo quanto dura. In ogni caso ho deciso di scrivere adesso perchè tanto la giornata è già iniziata male, quindi non mi aspetto che continui brillantemente. Insomma, non è che è proprio cominciata male, e forse mi sto solo rendendo vittima del famoso ' effetto chissenefrega '. Insomma, mi sono svegliata tardi perchè ieri sera mi sono messa a guardare una nuova serie (fighissima, si chiama ' Killing Eve '), sono arrivata in bici in università maledicendo la lezione di yoga di ieri, che era molto focalizzata sul lavoro delle gambe, e mi ha lasciato indesiderati DOMS  (NB: il giorno prima ho fatto crossfit: 150 squat con la palla medica -oltre al resto, ci tengo a sottolinearlo). A Lisbona finalmente c'è il sole, ma moltissimo vento, che abbassa la temperatura, ma soprattutto che non mi permette di pedalare dritta, e mi fa continuamente oscillare. Odio profondo. Ho un meeting con il mio capo tra circa un'ora e mezza,

un flusso di pensieri (per non perdere l'abitudine)

No, tranquilli, non la perdo l'abitudine di scrivere flussi di pensiero, manco fossi Joyce. E' già tanto che usi correttamente la punteggiatura, in più aggiungiamoci anche il fatto che sto scrivendo dal mio nuovo PC del laboratorio-con tastiera portoghese- e che inoltre ho anche meno di un quarto d'ora per finire il post, perchè poi devo andare a yoga, ed ecco a voi la ricetta perfetta del post incasinato. La mia vita in questo periodo oscilla tra l'avere un meraviglioso senso di appagamento con annessa sensazione che la mia vita sta procedendo nella direzione giusta, e tra l'avere la disarmante e fastidiosa sensazione di non avere nulla sotto controllo. Mi creo routine che non rispetto, ma che quando rispetto mi fanno sentire fortissima, mi do obiettivi perfettamente raggiungibili -anche se un po' sfidanti, sennò che obiettivi sono??- ma che arbitrariamente decido che non è il momento di perseguire. Mi impegno nelle cose, ma non troppo, e se mi impegno tanto s