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Visualizzazione dei post da marzo, 2018

La quiete dopo la tempesta - Giacomo Leopardi

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Passata è la tempesta: Odo augelli far festa, e la gallina, Tornata in su la via, Che ripete il suo verso. Ecco il sereno Rompe là da ponente, alla montagna; Sgombrasi la campagna, E chiaro nella valle il fiume appare. Ogni cor si rallegra, in ogni lato Risorge il romorio Torna il lavoro usato. L'artigiano a mirar l'umido cielo, Con l'opra in man, cantando, Fassi in su l'uscio; a prova Vien fuor la femminetta a còr dell'acqua Della novella piova; E l'erbaiuol rinnova Di sentiero in sentiero Il grido giornaliero. Ecco il Sol che ritorna, ecco sorride Per li poggi e le ville. Apre i balconi, Apre terrazzi e logge la famiglia: E, dalla via corrente, odi lontano Tintinnio di sonagli; il carro stride Del passegger che il suo cammin ripiglia. Si rallegra ogni core. Sì dolce, sì gradita Quand'è, com'or, la vita? Quando con tanto amore L'uomo a' suoi studi intende? O torna all'opre? o cosa nova imprende? Quando de&

Dove stanno bene i fiori - Corrado Govoni

I ciclami, nei chiostri di marmo. Le ortensie, nelle rosse Certose. Le margherite, nei prati. Le viole, tra le foglie secche lungo i fossi. La malva, nelle pentole dei poveri, alle finestre. Gli oleandri, nei vestiboli dei ricchi. Le rose, dentro gli orti di campagna. I tuberosi, nei giardini dei collegi. Le aquilegie, nei cortili dei castelli antichi. Le ninfèe, come bianche lavandaie, sotto i ponti. Gli edelvai, vicino ai nidi delle aquile. I convolvoli, nelle siepi delle strade. I glicini, sui ruderi. L’edera, come una decorazione verde intorno agli alberi veterani. I gigli, sugli altari e in processione. Le orchidee, simili ad aborti, nei bicchieri. Le azalèe, nelle chiese protestanti. Le camelie, nei vasi di maiolica sulle scale. I narcisi, davanti agli specchi. I garofani rossi, nella bocca delle amanti. I crisantemi, sulle tombe e nelle tavole. I pensè, come maschere curiose alle finestre. I papaveri, nel frumento. I begliuomini dai fiori ascellari sim

Ode alle patate fritte - Pablo Neruda

Può esistere una poesia per qualsiasi cosa, per qualsiasi sensazione, per ciascuno dei 5 sensi. Pablo Neruda è riuscito a rendere poetica la preparazione delle patatine fritte, è riuscito a coglierne l'essenza in una poesia. Perchè le poesie dovrebbero soltanto parlare di sentimenti intensi e struggenti? In questa domenica di marzo,in cui per fuggire alla pioggia incessante di Lisbona, sono andata a Roma, rifletto sul vizio e il piacere, sulla semplicità dei piccoli piaceri della vita, di cui nessuno mai dovrebbe privarsi. Rifletto su quanto sia potente una poesia che parla di quotidianità, di sapori semplici. Associamo tutti la domenica ad una giornata di riposo, di pigrizie, di pranzi più gustosi e abbondanti del resto della settimana, ed ecco perchè questa domenica lascio la (meritatissima) ode alle patatine fritte. Su quale piccolo piacere della vita scrivereste una poesia? Parliamone nei commenti! Scoppietta nell’olio friggendo l’allegria del mondo: le patate fritt

Pioggerellina di marzo - Angiolo Silvio Novaro

Questa poesia è stata una delle prime che ho imparato alle elementari. Mi incuriosiva la parola "bruscoli". Così l'ho cercata sul dizionario, e ho scoperto che bruscoli possono essere i ramoscelli degli alberi, ma anche quella polverina fastidiosa che ti entra negli occhi quando c'è vento. In quel momento ho realizzato quanto mi affascinassero le parole, il loro significato, la loro etimologia e il loro uso. La poesia è anche in tema con il clima di Lisbona, anche se altro che 'pioggerellina', diluvia da due settimane. Ed io mi chiedo: ma la gente che sostiene di amare la pioggia, esattamente cosa intende? Magari qualcuno me lo faccia sapere nei commenti. Godetevi la poesia! Che dice la pioggerellina di marzo, che picchia argentina sui tegoli vecchi del tetto, sui bruscoli secchi dell’orto, sul fico e sul moro ornati di gèmmule d’oro? Passata è l’uggiosa invernata, passata, passata! Di fuor dalla nuvola nera, di fuor dalla nuvola bigia che in cielo

Se - Rudyard Kipling

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Se saprai conservare la testa, quando intorno a te tutti perderanno la loro e te ne faranno una colpa; se crederai in te stesso quando tutti dubiteranno, ma saprai capire il loro dubbio; se saprai aspettare senza stancarti nell’attesa, ed essere calunniato senza calunniare; o essere odiato senza dare tu sfogo all’odio, e non apparir troppo bello, né dire cose troppo sagge; se saprai sognare senza fare del sogno il tuo padrone; se saprai pensare senza fare del pensiero il tuo fine; se saprai incontrare il trionfo ed il disastro e trattare questi due impostori nello stesso modo; se saprai sopportare di sentire le tue parole giuste falsate da furfanti per ingannare gli sciocchi; o vedere le cose per cui hai dato la vita spezzate, e curvarti e ricostruirle con logori utensili; se saprai fare un mucchio di tutte le tue vincite e rischiarle in un giro di testa e croce; e perdere e ricominciare da capo senza fiatare sulle tue perdite; se saprai forzare il tuo cuore, i nervi