Quel substrato di felicità incontenibile

Sono in quarantena anche io. La mia università è stata evacuata giovedì, riaprirà solo il 9 di aprile. Questa storia ha molte implicazioni, la prima tra tutte il fatto che non so quando tornerò in Italia. La seconda, e più importante, è che con un buon 90% di probabilità il mio trasferimento a Padova è cancellato, e forse lo riprogrammerò per l'inizio del 2021.
Ma con più probabilità non riprogrammerò un bel niente, perchè questo non è proprio il momento per fare programmi.
Qualcosa sarà, ma ancora meno che prima, saprò cosa.
Ho violato la quarantena. Sono uscita e non per fare la spesa. Sono uscita per sentire il vento in faccia. Sono stata al Parco di Campo Martires da Patria. E' un parco delizioso, in cui portavo sempre a giocare Giulio e Linda, gli ultimi due bambini di cui sono stata la baby sitter. Ci sono dei galli e altri strani volatili liberi. C'è un'altalena, ma oggi non c'erano bambini. Non c'era quasi nessuno. Mi sono impossessata dell'altalena. Ho iniziato a dondolarmi. Ho chiuso gli occhi, ho ascoltato la musica, mi sono immersa nei miei pensieri. Mi sono dondolata per un tempo imprecisato, che posso solo quantificare in un 'fino a quando le gambe non hanno iniziato a far male', come quando ero bambina, che mai volevo scendere dall'altalena, e appena ne vedevo una volevo assolutamente salirci. Ma chi immaginava che poi sarei salita su un'altalena e non sarei più stata capace di scenderne?
Stanno continuando a succedere cose intorno a me.
Belle e brutte. Tra le belle posso citare il ritorno di Maria -la mia amica greca- a Lisbona, che avverrà a fine aprile. Tra le brutte il fatto di non poter andare in lab per molte settimane. Ma alla fine un risvolto positivo c'è, perchè posso fare tante cose, e soprattutto le voglio fare.
Dall'inizio della mia quarantena ho praticamente solo lavato tutto il lavabile, tolto alcune macchie di muffa dai muri di casa, lavato le finestre, bevuto caffè, mangiato cose. Insomma, devo ancora ingranare, per ora sono stati giorni di ferie inaspettate, godute fino in fondo.
Stanno continuando a succedere cose intorno a me. E mi rivedo da lontano in questo pomeriggio ventoso. Vedo una donna con un cappotto bordeaux, una gonna di tulle e un foulard svolazzante su un'altalena per bambini. Vedo una donna che si dondola dimenticandosi di dove sia.
Ho risentito una compagna di scuola che non sentivo dall'alba dei tempi. Ho sognato che la incontravo sul treno, e che iniziavamo a parlare dello Zarathustra di Nietzsche, e che mi perdevo talmente tanto nella conversazione, che alla fine perdevo la fermata a cui sarei dovuta scendere. Ho deciso di scriverle. Ed è stata una delle idee migliori che abbia avuto nell'ultimo periodo.
Stanno continuando a succedere cose intorno a me.
Oggi ho scoperto di essere un uovo rotto.
Oggi ho aperto un vaso di Pandora. Uno dei tanti. Avevo molta scelta ma invece ho aperto proprio quello, e nello scoperchiarlo fino alle sue profondità, ho scoperto di essere una persona molto disonesta, che si permette di guardare anche dove non dovrebbe, che illumina con la torcia il fondo di un vaso, che forse dovrebbe rimanere buio.
Succedono tante cose a me e intorno a me, ma questo substrato di felicità incontenibile proprio non riesce a svanire.
Finalmente.



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