La Rossa vs. La Rossa

La sfida di oggi di #365 (Per più info su cos'è vi rimando al blog EfficaceMente), oggi mi proponeva di fare qualcosa di molto interessante, ovvero immaginare di parlare con la me stessa del futuro, nella fattispecie della me stessa tra 10 anni, e fare tesoro dei consigli che mi avesse dato.

L'anno scorso, in questo post: La Peste vs. La Rossa e in questo: L'artista vs. La Rossa parlavo con la me stessa del passato, in particolare mi chiedevo che cosa ne pensassero di me 'la peste', ovvero il mio lato da bambina rompiscatole, e 'l'artista' ovvero quel lato da adolescente ribelle e un po' borderline che frequentava il liceo artistico e si vestiva come se avesse trovato i suoi abiti nella spazzatura.
Erano uscite delle riflessioni molto interessanti, e avevo concluso che tutti e due i miei lati sarebbero stati fieri del mio percorso, e che quell'incontro abbia fatto bene. E forse avrebbe fatto bene alla me stessa adolescente iniziare a pensare alla me stessa di adesso.
Il problema è che ho sempre avuto paura di pensarci: ho sempre avuto un po' di paura di finire come il tizio di "ritorno al futuro", che si figurava di diventare chissà chi, e poi, andando a sbirciare nel futuro, si è ritrovato ad essere l'americano medio, che spreca tempo in cose futili e nella vita ha concluso poco e nulla.
Eppure se ci facciamo caso 'come ti vedi tra dieci anni?' è una delle domande quasi d'obbligo ai colloqui di lavoro. Perchè?
Perchè l'aspettativa che si ha di se stessi è importante, perchè vogliono sapere quanto si è disposti a crescere e tante altre cose. Ma la verità è che questo esercizio serve più a noi che a un eventuale selezionatore per un'azienda.

E così inizio la mia riflessione. Sono seduta in una stanza scura, solo una piccola luce al centro crea l'atmosfera. Un'altra sedia è qui accanto a me, quindi suppongo che qualcun altro debba arrivare. E proprio mentre mi faccio mille film mentali su chi arriverà, ecco che dalla penombra spunta una figura. Vedo una matassa di capelli rossi e un camice bianco.
"oh eccoti, scusa, sono in ritardo, mi hanno detto che mi aspettavi. Ho poco tempo, poi devo tornare in lab". Mi abbraccia, e si siede accanto a me. Mi vede stranita e allora sorride. "Non mi riconosci?" Il mio stupore non era dettato dal fatto che non capivo chi fosse, ma dal fatto che riconoscevo fin troppo bene quella persona. Non riuscivo a dire nulla, così ha continuato lei "Allora, dimmi... sei piombata così all'improvviso, avrai qualcosa di importante da dirmi no?"
"Veramente vorrei che fossi tu a dirmi qualcosa.."
"Ok, chiedi tutto ciò che vuoi!"
"Ho bisogno di sapere che consigli mi daresti, io sono la te stessa di dieci anni fa, come probabilmente sai. Ti va di darmi dei consigli?"
"Consigli? Come mai proprio ora?"
"Mi sono resa conto che ho bisogno di pensare alla me stessa del futuro, mi sono resa conto che per chiuder il cerchio degli incontri con le varie parti di me stessa, avevo bisogno di vedere anche te!"
"Interessante riflessione, sapevo che questo giorno sarebbe arrivato...ebbene, che consigli vuoi?"
"Vorrei che mi dicessi tutto, tutte le cose che avresti voluto che ti dicessero alla mia età, ma che hai scoperto da sola strada facendo. Non voglio che mi spiani la strada,voglio solo sapere come la pensa la me stessa del futuro..."
"E va bene. La prima cosa che mi sento di consigliarti è di curare la tua salute: mangia bene, metti tutti i giorni la protezione solare sul viso, e per carità continua a fare sport, che la forza di gravità si sente e l'energia mentale che accumuli devi scaricarla in modo produttivo! E piantala di fare orari assurdi, creati delle routine di sonno normali il più presto possibile. E' molto affascinante l'idea delle notti in bianco presa dal flusso delle idee, ma non esagerare!"
"Oddio... nulla di più?"
"Ma no, ho detto che questa era la prima cosa... Vedrai che ti renderai sempre più conto del fatto che una mente sana sta bene in un corpo sano. Non si cambia il mondo con occhiaie da notti in bianco e con un fisico che inizia ad essere meno efficiente."
"Hai perfettamente ragione, ma come posso riuscirci senza condurre uno stile di vita noioso?"
"Beh, sei già sulla buona strada. Ovviamente a 24 anni è giusto concedersi roba da ventiquattrenni, ma imparare prima dei trent'anni come prenderti cura di te stessa penso sia un'ottima idea"
"Pensi che adesso io non ne sia in grado?"
"No tutt'altro, il mio è solo un incoraggiamento a continuare, sei sulla strada giusta, ma è importante essere costanti. E a tal proposito, il secondo consiglio che voglio darti, è essere costante. Fare le maratone di studio, le maratone di lavoro, le maratone di qualsiasi cosa, serve a poco se non ti alleni adeguatamente. Allenati. In ogni campo della tua esistenza, nel perseguire ogni tua passione, ogni tuo obiettivo, allenati. Non lasciare nulla indietro, non lasciare tutto al caso! Ricordati che quello che non fai oggi, non lo farai un domani, perchè in quel domani non avrai comunque abbastanza tempo o abbastanza energia. Fai le cose che vuoi fare adesso, vivi nel presente, e sii costante".
"Questa è una grande mole di consigli... perchè mi dici questo? Credi di aver perso qualche occasione a causa della procrastinazione?"
"Beh, non proprio, ma mi sono ancora ritrovata con quell'orrenda sensazione di precarietà e di perdita di controllo sulla mia vita che hai provato anche tu all'inizio del tuo dottorato a Lisbona, ti ricordi?"
"E come scordarlo? Beh si, da lì ho imparato che sono sempre me stessa, con le mie abitudini e il mio carattere ovunque io vada..."
"E questo continua ad essere vero infatti"
"Dove vivi ora? Hai continuato a viaggiare? Ti sei stabilita?"
"Spoiler alert! L'unica cosa che posso dirti è che, si, ho continuato a viaggiare. Non voglio però raccontarti tutto, voglio però cogliere l'occasione per un terzo consiglio: rimani aperta ad ogni possibilità. Rimani aperta ad ogni occasione di crescita e di cambiamento, non fermarti dove ti sei adattata meglio, la tua zona di comfort ti ucciderà se non la abbandoni."
"Ti sei ritrovata in questa situazione di 'morte interiore' in questo periodo?"
"Si, mi è capitato... sta a te, alla determinazione che ti contraddistingue, fare in modo di uscire dal limbo, cosa che è possibile fare pur rimanendo nello stesso luogo. Non rimanere fissata con il fatto che cambiando città, cambiando Paese, possa anche cambiare la tua vita. Cambiano solo le condizioni al contorno, ma il risultato resta uguale"
"Che cosa fai adesso? Dici di non avere tempo..."
"Infatti tra poco vado! Faccio la ricercatrice, ma non solo questo. Non ti rovino il finale del film, tanto nella tua mente sai bene cosa vorresti aver realizzato in dieci anni, vero?"
"Si è vero, ne ho un'idea.. ma ho paura di vedere se effettivamente è accaduto!"
"Beh è normale, ma ricordati che ci sarà più probabilità che accada se la smetti di rimandare, se agisci oggi, e se lasci sempre che la tua passione ti guidi."
"Grazie Carlotta... ti lascio andare, sei stata preziosa"
"Grazie a te per avere tanta fiducia in me, ma non averne troppa. Rimani nel presente. E a tal proposito, piantala di scrivere, muoviti a finire la presentazione per il seminario di venerdì prossimo!"
Ridiamo. Carlotta si alza, mi abbraccia, se ne va.
Ed io rimango ancora seduta su quella sedia, a riflettere, a godermi un piccolo momento di vuoto, di pensiero libero, prima di focalizzarmi di nuovo sulla mia presentazione.

Un ottimo inizio di giornata!

Commenti

  1. l'ultima tua riflessione credo sia fondamentale..
    avere fiducia.IN TE.
    che poi si riflette in una fiducia sugli altri.
    leggo'tra le righe'che sei forse combattuta..
    sul come affrontare le responsabilità..
    a una parte di te non spaventano...
    all'altra più che spaventare..si chiede qual è il confine tra responsabilità e monotonia..di regole fini a sé stesse..
    rifletti su una cosa..ti stai assumendo la responsabilità di TE STESSA..e credo che questo sia il'lavoro'più difficile da fare.
    hai scelto di scommettere e INVESTIRE su te stessa..
    e non te ne stai pentendo..
    quando ti poni degli obiettivi chiediti sempre se quella te la tradiresti o la confermeresti..
    e forse i tuoi dubbi saranno meno 'estremisti'..

    spero di essermi spiegata..

    ti abbraccio forte.continua a CREDERE in te!!

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    Risposte
    1. Prima di scrivere questo post, sono passata dal tuo blog, e con sorpresa ho notato che anche tu ti stai interrogando sulle stesse cose. Credo che la fiducia in se stessi sia fondamentale, ma l'eterno dubbio che ci si pone è appunto quale sia il limite tra monotonia e responsabilità. Io sono convinta del fatto che limiti e disciplina portino alla libertà, ma a volte mi sento una giovane intrappolata nella vita di una vecchia. Come giustamente mi fai notare, è un INVESTIMENTO su me stessa... ma come ci si gestisce quando ci si pone i limiti sbagliati? Spesso ci vuole creatività e senso pratico per uscire da questo tunnel, ed è proprio quello che volevo trasmetterti con l'ultimo commento che ti ho lasciato. Sia io che te dobbiamo imparare a riconoscere quali siano i limiti 'sani' e quelli che oltre a limitare un eccesso, limitano anche la nostra mente. Ti invito a fare lo stesso esercizio che ho fatto io, immaginare chiacchierate con le varie parti di te stessa. E' liberatorio, e ti da una bella idea del tuo percorso. Ti abbraccio, e grazie ancora una volta per le tue preziose riflessioni, che mi aiutano ad allargare un pochettino il mio orizzonte!

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    2. sì ti ho letta sul mio blog.e ho risposto.

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  2. Tonio! Grazie per il complimento sulla scrittura, sono davvero felice che ti abbia coinvolto così tanto. Pensa che io mi commuovo tantissimo anche quando rileggo dei miei incontri con le me stesse del passato. Quante volte avrei desiderato davvero avere una me stessa più matura come guida? E quante volte lo avresti desiderato anche tu, soprattutto da fratello maggiore?

    Vivere il presente è difficile da imparare. Ogni volta che ero immersa ella tristezza di non sentirmi viva, il genio di turno se ne usciva con qualcosa del tipo: "beh ma nel futuro potrai vivere come ti pare". Il grande conflitto è proprio questo, sapere che ci sarà un futuro migliore -ovviamente se si agisce nel presente nonostante tutte le difficoltà- ma sapere anche che la vita è ora, in questo momento, non tra qualche minuto, non tra qualche anno. Io penso che il 'trucco' sia iniziare a godere dei piccoli piaceri che ci offre la vita. Mi ricordo nettamente il giorno in cui per la prima volta dopo una lunga depressione in cui chiudevo le tapparelle per non vedere il sole, ho iniziato ad apprezzare i raggi caldi sulla mia pelle, iniziando a pensare che il sole era il dono per le mie giornate difficili. Ricordo nettamente quando ho iniziato ad assaporare delle cose che mi sembravano banali, come il sapore della panna nel caffè, o le belle parole scritte da qualcuno, come se fossero qualcosa di eterno, che avrebbero segnato la mia giornata, e mi avrebbero resa grata di essere al mondo. E' dura, ma a piccoli passi è possibile arrivarci, basta avere il coraggio di scollegare il cervello per qualche momento.

    Ultima cosa... perchè non scrivi anche tu un post su questa immaginaria chiacchierata? Sarei davvero curiosa di leggerlo :) Un abbraccio, e grazie a te!

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