La violenza della stabilità (è un modo di morire a metà?)

Ho deciso di scrivere un post al giorno... vediamo quanto dura. In ogni caso ho deciso di scrivere adesso perchè tanto la giornata è già iniziata male, quindi non mi aspetto che continui brillantemente.
Insomma, non è che è proprio cominciata male, e forse mi sto solo rendendo vittima del famoso 'effetto chissenefrega'. Insomma, mi sono svegliata tardi perchè ieri sera mi sono messa a guardare una nuova serie (fighissima, si chiama 'Killing Eve'), sono arrivata in bici in università maledicendo la lezione di yoga di ieri, che era molto focalizzata sul lavoro delle gambe, e mi ha lasciato indesiderati DOMS (NB: il giorno prima ho fatto crossfit: 150 squat con la palla medica -oltre al resto, ci tengo a sottolinearlo).
A Lisbona finalmente c'è il sole, ma moltissimo vento, che abbassa la temperatura, ma soprattutto che non mi permette di pedalare dritta, e mi fa continuamente oscillare. Odio profondo.
Ho un meeting con il mio capo tra circa un'ora e mezza, gli ho finalmente consegnato tutti i risultati che voleva, e ora mi preparo psicologicamente ad essere criticata per come sono presentati i dati, i grafici e chissà cos'altro.
Ho da finire un assignment da un'eternità, e non mi sta nemmeno lontanamente sfiorando l'idea di muovermi a finire quelle quattro sciocchezze, nonostante io desideri ardentemente avere tutto pronto prima del weekend. Altrimenti peggio per me, ci lavorerò anche sabato e domenica -cosa che odio fare- e avrò imparato i danni della procrastinazione.

Oggi è una giornata di introspezione, e sto riflettendo, ma proprio tanto. In realtà tutto è partito da ieri sera dopo la lezione di yoga, in cui mi sentivo in pace con l'intero universo. Penso, penso, mi perdo nei miei pensieri, e poi non lascio alcuna traccia delle mie idee.
Ho deciso di voler scrivere un post al giorno perchè ultimamente sto scrivendo poco, e non mi piace. Si, scrivo sul mio solito taccuino, frequento tutti i sabati un gruppo di scrittura creativa in inglese, ma non mi basta.
Ho già detto che scrivo perchè per me è un bisogno, e ora sento il bisogno di scrivere di più, e di coltivare ancora un po' di più questo mio spazio aperto, in cui ci sono solo io, ma ci siete anche tutti voi che leggete, e a volte un confronto è l'unica cosa di cui si ha bisogno.
Scrivo di tutto e scrivo del nulla, anche questo post è un altro flusso senza capo nè coda, e non so nemmeno qale sia il reale messaggio che mi va di dare.
Questo scrivere sconclusionato mi libera, ma a volte mi rendo conto di come io voglia dare un taglio paricolare al mio racconto; ci sono volte in cui questo viene da se, e altre -tipo ora- che non so davvero dove voglio arrivare, e allora continuo solo a scrivere, a scrivere e a scrivere, sperando che un messaggio finale venga così, automaticamente, senza che io debba realmente sforzarmi.

Ho bevuto un caffè dopo pranzo -cosa che fino a ieri, avevo smesso di fare-, ma non mi sta aiutando a sentirmi più attiva o più viva. La giornata di oggi va così, oscilla come oscillo io continuamente.
Basta altalene, basta!
In una canzone degli afterhours si parla di 'violenza della stabilità', dicendo che è 'un modo di morire a metà'. Un elogio alla trasgressione? Non lo so, ho trasgredito talmente tanto nel momento sbagliato, che forse adesso mi piacerebbe capire come è davvero questa fantomatica stabilità. Cosa vuol dire quando i giorni si susseguono tutti uguali? Cosa sono gli 'anni fotocopia'?
Come si fa a cambiare tutto? Io credevo che cambiando città, cambiando stato, cambiando fuso orario, cambiando università, cambiando casa, cambiando lingua, stessi già cambiando tutto.
In realtà il cambiamento deve avvenire dentro di noi, principalmente. Puoi spostarti ovunque ti pare, ma ti porterai te stess* ovunque.
Mi viene in mente una ragazza italiana che ho conosciuto sabato scorso perchè doveva vendermi un bruciatore di essenze, dopodichè ci siamo trovate bene insieme, abbiamo preso un caffè, abbiamo fatto shopping e il giorno dopo siamo andate persino al mare insieme, proprio come due vecchie amiche. Questa ragazza proprio oggi lascia Lisbona dopo la fine del suo tirocinio in uno studio architettonico un po' fighetto. Perchè mi viene in mente proprio lei in questo discorso? Perchè lei non parla nessuna lingua oltre l'Italiano. Lei non parla inglese e non ha imparato il portoghese. E' stata qui sei mesi, e ha socializzato quasi solo con italiani. Prima di venire qui ha studiato fuori sede, quindi è una persona che -si presume- sia abituata ad adattarsi. E' stata all'estero, ma aveva l'ingombrante peso di se stessa. E' stata sei mesi all'estero, ha cambiato stato, fuso orario, cultura, eppure non ha cambiato nulla nella sua mentalità. Io ora non so come l'esperienza di Lisbona possa averla migliorata e che cosa le abbia veramente lasciato, perchè la conosco pochissimo, e in ogni caso non mi va proprio di giudicarla, ma mi stupisce di come si possa completamente cambiare le condizioni al contorno, senza mutare il risultato.
Io che persona sono diventata?
All'esterno, si potrebbe dire che ho cambiato le condizioni al contorno senza aver realmente cambiato la mia vita?
Io penso di no, ma questo mi da lo spunto per riflettere ancora, e per dare un seguito a questo sconclusionato post, che ha finalmente trovato la sua degna conclusione.

Commenti

  1. Ciao Carlotta, come hai già detto te, per cambiare tutto, se per tutto si intende il mondo, o solo la realtà in cui si vive quotidianamente la propria esistenza, bisogna cambiare se stessi. Come diceva Lao Tze: "Quando cambi te stesso, cambia il mondo". Non è una via facile da percorrere, ma, se uno ci crede e, soprattutto, lo sente dentro di sé che è la scelta più utile da fare per se stesso e per ogni cosa che c'è, vivrà tale possibilità. Quindi hai capito e sai già cosa fare, visto che vuoi cambiare il mondo, un giorno. Se vuoi ci riuscirai, e te lo auguro con tutto l'amore dell'universo.

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    1. Aggiungo al tuo bellissimo commento, che ognuno di noi può essere artefice di un grande cambiamento nel mondo. Del resto persino l'oceano è composto da gocce ;)

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  2. Ciao Carlotta, grazie come sempre di esserci in questa realtà, e io aggiungo ai nostri commenti,che ognuno di noi è artefice del cambiamento, singolo e collettivo, ma parte sempre dall'individuo.

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    1. "ieri ero intelligente e volevo cambiare il mondo, oggi sono saggia e voglio cambiare me stessa" :)

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