Divorata dai giorni
Mosche di burro sbattono le ali nel mio ventre
Cerco l'eterno dentro le noci
sotto gusci secchi e stecchiti
fra semi grigi di piante
e piango piango tanto piango
di fronte al non trovarlo
che mi rassegno a scolorirmi
poi mi pesco a nuotare
sul pavimento lastricato
So suonare il marciapiede
passare l'arco sui fili della luce
un balbettio prolungato
mi incolla la lingua
mi annoda il petto
mente un ramo liquido
deraglia
sull'albero
Vago per ore
girando casa
ricordandomi
che sono viva
Poi il riflesso delle mattonelle
lo sporco entra
solo nei solchi
Imballatemi e portatemi in
cantina
a macerare
avrò una decantazione profumata
avrò una tovaglia a quadri senza ricamo.
Non so cosa dirti, ti mando un abbraccio... ): Cerca di tenere duro, di ricominciare a vivere. C'è uno spazio per te nel mondo, lo sai...
RispondiEliminaTi stringo forte,
Erre;
anche se non vai a macerare sono sicura avresti una decantazione profumata..l'odore pungente e spiazzante dell'alito di vita..
RispondiEliminaun abbraccio stretto
Molto carina. non si perde mai la speranza di una rifioritura
RispondiEliminaGrazie! è bello vedere la "decantazione" dopo 10 anni :)
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