Divorata dai giorni

Mosche di burro sbattono le ali nel mio ventre

Cerco l'eterno dentro le noci
sotto gusci secchi e stecchiti
fra semi grigi di piante

e piango piango tanto piango
di fronte al non trovarlo
che mi rassegno a scolorirmi

poi mi pesco a nuotare
sul pavimento lastricato

So suonare il marciapiede
passare l'arco sui fili della luce

un balbettio prolungato
mi incolla la lingua
mi annoda il petto
mente un ramo liquido
deraglia
sull'albero

Vago per ore
girando casa
ricordandomi
che sono viva

Poi il riflesso delle mattonelle
lo sporco entra
solo nei solchi

Imballatemi e portatemi in
cantina
a macerare

avrò una decantazione profumata
avrò una tovaglia a quadri senza ricamo.

Commenti

  1. Non so cosa dirti, ti mando un abbraccio... ): Cerca di tenere duro, di ricominciare a vivere. C'è uno spazio per te nel mondo, lo sai...
    Ti stringo forte,
    Erre;

    RispondiElimina
  2. anche se non vai a macerare sono sicura avresti una decantazione profumata..l'odore pungente e spiazzante dell'alito di vita..

    un abbraccio stretto

    RispondiElimina
  3. Molto carina. non si perde mai la speranza di una rifioritura

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Grazie! è bello vedere la "decantazione" dopo 10 anni :)

      Elimina

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