Saudade

Basta, troppo silenzio stampa. Oggi lo sto interrompendo. E' una decisione dura, perchè ho millemila bozze di post, nessuna di queste decente da pubblicare; è uno di quei periodi, in cui non riesco tanto ad esprimermi... troppe cose tutte insieme, e vorrei sotterrarmi. Anzi vorrei stare da sola, solissima, il che è abbastanza plausibile visto che qui ormai non ho amici. O meglio, ne ho, sono pochi ma buoni, ma non ho voglia di frequentarli, perchè tutto sommato la mia misantropia probabilmente esiste davvero è non è solo un'invenzione divertente quando voglio giustificare il mio stare a casa il venerdì sera.
Ho tentato di interrompere la mia solitudine, mi sono sforzata: ho installato Tinder. Non ho bisogno di spiegare cosa sia, probabilmente chiunque -tranne me prima di settimana scorsa- sa cosa sia. Cioè in realtà sapevo anche io che cosa fosse, una banale applicazione di incontri. Ti crei un profilo, metti foto, racconti i cavoli tuoi -in maniera meno invadente di altri social- e poi nulla, nella schermata home hai foto di gente, che è vicina a te di qualche chilometro; se ti piace scorri il ditino a destra, altrimenti a sinistra. Un po' come buttarli nel cestino; abbastanza divertente. Quando si verifica un 'match', ovvero quando entrambi si sono messi like reciprocamente, ci si può contattare in chat.
Va beh la cosa strana è che qualsiasi like io abbia messo, corrispondeva a un match, e già la cosa di per se fa cagare, mi insospettisce sul fatto di poter usare Tinder in maniera diversa dalla ricerca di incontri sessuali. Ma in ogni caso sono andata avanti. L'unica persona che ho contattato io per prima era una ragazza dai capelli verdi. Le ho detto che adoro i suoi capelli, che anche io li ho portati verdi in passato; non ha mai risposto. E in effetti col senno di poi capisco il perchè.
Mi hanno contattata in tantissimi, e non ho usato nessun criterio di selezione per rispondere, sono solo andata a naso.
Una manica di maniaci, la maggior parte di loro che voleva intraprendere spinte conversazioni erotiche. In portoghese. Un disagio inimmaginabile. Solo un paio di loro (ma proprio due o tre di numero) non avevano l'aria da maniaci. Ho continuato le conversazioni con i non maniaci, o comunque che mascheravano bene i loro secondi fini. Dopo un'accurata selezione ho deciso di incontrare quello che sembrava il meno maniaco di tutti. In effetti l'incontro -rigorosamente in uno dei luoghi più affollati di Lisbona, perchè comunque continuo a non fidarmi del genere umano- è stato piacevole. Ma mi sono sentita costretta a declinare un secondo invito spinta dal fatto che questa persona nella vita ha più paranoie di me. Abbiamo filosofeggiato per un paio d'ore, parlando di aria fritta fondamentalmente. Abbiamo esplorato insieme le nostre lande desolate di aridità interiore. Essendo portoghese ha potuto filosofeggiare per una mezz'ora buona sul concetto di saudade, gli ho sparato pure la mia perla sull'irrequietezza, e lì probabilmente avrà avuto un'erezione (mentale, si intende). Mi sono inventata un impegno e sono fuggita via dopo averlo gentilmente accompagnato alla sua bicicletta, dopo la frase "è più facile raggiungere la felicità che la tristezza", uscita perchè mi spiegava che in questo periodo è troppo felice per scrivere (si anche lui scrive, anche lui disegna, anche lui studia scienza dei materiali). Era troppo strano essere di fronte a me al maschile, che prova i miei stessi stati d'animo, così dopo una sensazione generalizzata di disagio, ho disinstallato Tinder, con la consapevolezza che mai più lo reinstallerò. Ah ci siamo anche scattati un selfie di ricordo. Per occupare il poco tempo libero che ho, mi ero pensata un esperimento sociale da intraprendere con Tinder, e farne uscire un bel report. Ho mollato, attività inutile che mi farebbe solo schifare ancora di più del genere maschile. Il selfie sarebbe dovuto servire per il report finale, anche se in realtà gli ho promesso che non l'avrei incluso, poichè l'idea in un certo senso me l'aveva data lui. Povero illuso, in realtà il 'report' è solo su di lui. Tuttavia rispetterò la sua volontà di non far comparire il nostro selfie.

Dopo questo mio tentativo di socialità, forse ci ho mollato un po'. Insomma, so che Tinder non è proprio il modo giusto per farsi nuovi amici, ma in realtà volevo illudermi che fosse solo uno stereotipo. Non lo è.
In queste notti, ho sognato spesso amici di Genova. Questo mi ha fatto realizzare che non ho proprio voglia di solitudine, ma semplicemente che non ho voglia di conoscere gente nuova. Vorrei avere qui accanto a me le persone di sempre, ma nello stesso tempo, vorrei non allontanarmi nemmeno di un centimetro dalla mia Lisbona.
Insomma tutte baggianate.
Ce l'ho a morte con i miei genitori perchè non sono ancora venuti a trovami-ormai ogni volta che li sento mi ritrovo a chiedergli 'quando venite?'. Ieri mia madre mi ha risposto che 'hanno le loro cose da sbrigare'. Felicissima per loro, che finalmente si fanno una vita, ma io mi sento talmente patetica che ho deciso che smetterò di chiederglielo.
Ma visto che comunque sono mamma e papà, e visto che non ho più voglia di provare rancore nei loro riguardi (il passato é passato, e loro rimangono mamma e papà comunque), gli ho proposto di fare una vacanza tutti e tre insieme ad agosto, in Francia. Sono anni che non vado in vacanza con loro, e visto che le occasioni saranno sempre meno, mi sono lanciata nella proposta che macinavo dentro da un po'. Mamma era entusiasta, papà non lo so. Non sento papà da un'eternità. Quando ero a Milano mi chiamava tutti i santi giorni, parlavamo al telefono per ore, è stato l'unico periodo della mia vita in cui avevo un dialogo aperto e costruttivo con mio papà; complice il fatto che appena diceva qualcosa che mi dava sui nervi bastava chiudere il telefono in faccia, senza temere due schiaffoni. Ora che sono a 3000 km di distanza non ci caghiamo, a volte gli scrivo, visualizza e non risponde. Quando anche tuo papà inizia a visualizzare e non rispondere, inizi a sentirti un po' sola al mondo, devo ammetterlo.

Stanotte ho sognato M. (colui con cui ho scritto questa). Lo ritengo una delle persone che più hanno avuto importanza nella mia vita, anche se forse per lui non è lo stesso. Fatto sta che mi ha aiutata tantissimo nel raggiungimento di uno degli obiettivi più importanti della mia vita, e prima che io partissi per Lisbona è stato una delle persone che mi è stata più vicina. C'era mentre la mia vita si rompeva in frantumi, c'era dopo che l'ho mandato a quel paese senza apparente motivo. C'era e basta, c'era sempre. E io ci sono stata alla sua cerimonia di dottorato, sono rimasta a Genova fino a quel giorno solo per lui.
E stanotte ho sognato una delle nostre notti estive, passata a chiacchierare in accappatoio sul suo balcone. Però eravamo qui a Lisbona, in una casa che non riconosco.
Oggi la Saudade la interpreto così, una voglia spaventosa di prendere un caffè con una persona che sta a 3000km di distanza, e che non rivedrò mai più, perchè il giorno che io ritorno in Italia, coincide con il giorno in cui lui lascerà Genova per sempre. E forse ha avuto una proposta per un post-doc in Danimarca o qualche paese scandinavo che non ricordo. Sono felice per lui.

Mi manca tantissimo anche un'altra persona, una che c'entra solo con Lisbona e che adesso non solo è lontano, ma persino su un altro oceano. A volte manca così tanto da fare male. Ma lui continua ad esserci. Anche se quando io mi sveglio al mattino lui sta per andare a dormire.

Mi chiedo perchè ho scelto per quasi tre anni della mia vita una persona che non riusciva ad esserci.
Mi chiedo perchè io abbia sempre scelto lui nonostante tutto. Ho avuto un piccolo periodo, appena l'ho conosciuto, in cui credevo che tutto fosse incredibilmente ed esageratamente giusto. Mi sono ricreduta dopo pochissimi mesi, tutto aveva l'aria di essere sbagliato con lui. Eppure ho continuato a sceglierlo. Ho allontanato tanta gente per colpa sua, ho rischiato di rompere i rapporti con M. per colpa sua. Anzi, non è colpa sua, è colpa mia. Credevo in qualcosa che non poteva essere. Lo avevo idealizzato. Sapevo che la mia idea di lui non corrispondeva a ciò che realmente lui era, lo vedevo ogni giorno che soffrivo invece di sorridere. Eppure ho continuato a scegliere lui.
E la cosa che mi ha fatto vergognare di più per il mio comportamento, è stato sentirmi dire da lui che non l'avevo mai scelto. Che avevo preferito altro.
Tutto questo solo perchè ho avuto il coraggio di mantenere dei rapporti a cui tenevo, tutto questo perchè avevo ricominciato ad avere una vita mia, che non includeva lui, tutto questo perchè sono partita, e non ho più accettato di avere accanto a me un fantasma, che decideva di esserci solo quando non aveva nessuno di meglio per cui esserci. Ho avuto il coraggio di andare avanti, mentre lui è rimasto incollato al passato. Ed io non posso più farci nulla. L'ho risentito recentemente. L'ho insultato per allontanarlo, come al solito, ma lui ha reagito diversamente, e la conversazione è stata fin piacevole. Poi ha iniziato a farmi domande strane. Mi ha chiesto se ero tornata a Genova. Mi ha chiesto se avessi mai pensato di incontrarlo di nuovo.
Gli ho detto che sto con un altro. Mi ha chiesto perchè gliel'ho detto. Mi ha chiesto se tutto con quest'altro è stato travolgente e fuori controllo come con lui all'inizio. Gli ho solo detto che è stato diverso, per fortuna. E non l'ho mai più sentito, e credo che non lo risentirò mai più.
Ma in realtà non lo so, l'ho detto talmente tante volte che ormai suona ridicolo.

In ogni caso, nonostante il sentimento di mancanza, mi rendo conto ogni giorno della bellezza delle relazioni a distanza. Ho talmente tanto tempo per me stessa che non so che farmene; mi piaceva dedicare un po' del mio tempo a lui. Lo faccio ancora, ma molto meno di quanto farei se fosse qui, e forse è un bene.
Anzi sono certa che sia un bene. E poi ogni volta che ci vediamo è tutto così bello, e non potremo mai dare per scontata la presenza dell'altro, e nulla potrà mai rovinarsi a causa della routine.
A volte ammetto di desiderare stabilità, e di mettermi a fantasticare al riguardo. Poi esco dalle mie fantasie, e rientrando nella realtà mi accorgo di quanto io, in questo momento, non sia per niente adatta alle cose stabili.

Wow mio padre mi ha appena risposto ad un messaggio.
E l'orologio mi fa rendere conto che è ora di dedicarmi ad altro invece che rimuginare sulla Saudade, meraviglioso sentimento, che in ogni caso auguro a tutti, almeno una volta nella vita, di provare.

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