Apnea e primavera

Dovrei iniziare una serie intitolata 'bozze fantastiche e dove trovarle', perchè questo tentativo di post, che risale al 29 novembre 2018, è molto bello, ma non ho mai premuto il tasto 'pubblica'. Perchè?
Non lo so nemmeno, io fatto sta che questo post di fine anno si collega perfettamente con le riflessioni del post di ieri, sulla consapevolezza, le distrazioni digitali ecc.


Devo dire che le mie energie, come al solito, affrontano alti e bassi, ma sono riuscita a raggiungere tutti gli obiettivi che avevo in mente per questo trimestre, e in realtà mi sento soddisfatta. Avete presente quella sensazione di vuoto, di incompletezza, che vi assale quando tutto è quasi perfetto?
Ecco, forse dovrei lasciarmi andare e basta. Chissene di quel quasi, la perfezione non esiste, e faccio tante cose tutti i giorni che me lo ricordano.
Vi lascio a una delle mie tante riflessioni di fine anno, che forse tra tutte è la più concreta e significativa.

"Nonostante tutte le cose belle che mi sono successe in questo anno, sento che il mio 2018 è molto fiacco.
Sento che non ho dato il massimo di me stessa, e come racconto in questo video, sento anche di stare scendendo a patti con il fatto che la mediocrità vada bene.
Sia chiaro, non voglio svoltare la mia vita ad un elogio alla mediocrità, non mi piace per niente l'idea, ma mi piacerebbe essere più grata per ciò che ho raggiunto, e vorrei uscire da questa sensazione di fiacchezza continua, come se la vita mi pesasse troppo, nonostante tutto il bello che in essa c'è.
Il declino è iniziato dopo la laurea. Niente obiettivi, e gli unici che avevo sono stati spazzati via con troppa facilità, primariamente con il master di cui avevo vinto la borsa di studio ed è stato annullato (mannaggia quanto continua a rodermi non lo immaginate nemmeno), e secondariamente aver ottenuto con così tanta facilità il dottorato a Lisbona.
Sono contenta di essere tornata? Si e No. Diciamo che devo fare un bel riesame del perchè volevo così ardentemente tornare, e del perchè adesso non provo più quello stesso entusiasmo. In parte la risposta la so già, e si può riassumere in una profonda insoddisfazione e ingratitudine.
Si, mi sento un'ingrata. Sono esattamente dove sarei voluta essere un anno fa, e non riesco lo stesso a togliere l'insoddisfazione dai miei pensieri. Questo perchè sono sempre convinta che io debba fare di più. Ma forse dovrei solo focalizzarmi nel fare meglio ciò che già faccio. Effettivamente vorrei impegnarmi molto di più in tutto, ma sento questa profonda fiacchezza dentro, che non mi permette di essere felice appieno, come mi aspetterei di essere dopo un anno così bello. Forse dovrei ricominciare facendo una lista delle cose belle che sono successe, un po' come avevo fatto per il 2016.
Penso che farò una cosa del genere, e penso anche che mi metterò ad analizzare molto più a fondo le cause della mia fiacchezza. Sento di aver fatto molti progressi rispetto alla prima metà dell'anno in cui mi sentivo spesso smarrita, depressa e senza controllo, ma so che ho ancora molto da fare, e soprattutto ho da mettermi nel giusto atteggiamento mentale.
Ma come si fa?
Ci voglio lavorare, e voglio introdurre già da ora i cambiamenti che vorrei per l'anno prossimo. Esistono molti nuovi inizi comandati, ma sono fermamente convinta che ogni giorno debba essere un nuovo inizio per scoprirsi, per essere felici davvero, per cambiare  e migliorarsi.
Devo ritrovare quel fuoco che è sempre bruciato dentro, e che non voglio per nessun motivo al mondo spegnere nonostante si sia affievolito durante questo anno."
--nota del 21/03/2019: alla fine mi sono resa conto di aver vissuto poco nel 'qui e ora', non era fiacchezza, ma era assenza. Per questo nel 2019 sto lavorando molto sulla presenza, sull'esserci, sullo stare, perchè altrimenti la vita rischia di passarci davanti senza che noi possiamo afferrarla. Ecco perchè stacco la spina dalle distrazioni inutili, dai sentimenti negativi, dalle perdite di tempo. Ecco perchè lascio indietro l'idea di perfezione e mi focalizzo su quella di successo personale. Ecco perchè mi concentro tanto sulla scrittura -soprattutto per me stessa, ed ecco perchè ho intrapreso nuovamente un cammino spirituale (ma questa del cammino spirituale è un'altra storia, e ve la narro in un prossimo post).
Una buona metafora di tutto ciò è l'apnea. Quando trattieni il respiro sott'acqua, solo nell'istante in cui tiri su la testa ti rendi conto di quanto tu abbia dato per scontato il fatto di respirare. Ecco, forse a volte vivo un po' in apnea. Non soltanto alle lezioni di Yoga, quando l'insegnante mi ricorda di respirare, ma a quanto pare riesco a vivere interi anni così, tipo nel 2018. Ma quando poi la testa si tira su, è come una primavera anticipata, che per me è arrivata a dicembre 2018, indubbiamente è stato uno dei mesi più riflessivi della mia intera vita. Ma anche febbraio e marzo non scherzano. Insomma, la mia mente è di nuovo in fermento come non lo era da un bel po'.
--un'altra nota del 21/03/2019: Oggi pomeriggio è morto Chesterfield, il mio micione. Aveva quasi 12 anni e tantissimi problemi di salute. Nell'ultimo anno è peggiorato moltissimo e sono spuntate nuove malattie. Mi sento in colpa, mi sembra che abbia iniziato ad ammalarsi seriamente da quando mi sono trasferita, da quando l'ho fatto sentire abbandonato. Purtroppo non sono riuscita a dirgli un ultimo ciao, ad essergli grata per tutto l'amore che mi ha dato, a dargli un'ultima coccola. Mia madre dice che è meglio così, perchè almeno me lo ricordo ancora sano e bello, ma io mi sento in colpa e basta. E' un anno che non lo vedevo, e tutta questa situazione mi sembra una metafora della mia intera vita. Tutto passa, ma io sono troppo lontana per esserne partecipe.
Chesterfield me lo ero portato con me persino quando mi ero trasferita a Milano. Mi ha fatto compagnia negli anni più difficili, era accanto a me al mio secondo tentativo di suicidio, ed era arrivato nella mia vita subito dopo il primo. Quando stavo male, lui mi stava sempre accanto, non mi mollava un attimo. Quando stavo a letto tutto il giorno, mi dormiva accanto costantemente. E ora, nel momento in cui lui ha sofferto, io non ci sono potuta essere. Questo è molto ingiusto.
Lo so, è un po' off topic questa ultima parte, rispetto al resto del post, ma non volevo lasciarla indietro. Non so come mi sento esattamente. Di sicuro triste, ma forse più per la mia mamma, che ha dovuto prendere la straziante decisione di farlo sopprimere, dopo aver passato la notte in bianco con il micio sulle ginocchia, che rantolava. Verrà seppellito a Vallecrosia, accanto a Tequila (mancato nel periodo di Natale) e Leone (mancato ad agosto 2006), i due cani di mio zio.
Mariana, la mia coinquilina l'altro ieri mi ha detto: "Non preoccuparti, i gatti hanno molte vite, vedrai che il tuo si reincarnerà in un bel gatto di Lisbona, e un giorno ce lo ritroveremo a camminare sul muretto del giardino". Me lo diceva sorridendo,  me lo diceva convinta. Forse perchè ci crede davvero, o forse solo perchè è una spostata che nella vita studia medicina cinese, fatto sta che voglio crederci, il mio micio ora sta vivendo in un altro bellissimo micio, e starà tirando su il morale a qualcuno che ne ha altrettanto bisogno.
Un giorno racconterò la sua storia, la nostra storia; ma ora mi sento esausta, non voglio farlo.

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