Sbagliare tutto

Ho sbagliato un'altra volta.
Credevo che dopo le tre settimane di ferie sarei potuta ripartire bene. E invece mi sbagliavo.
Realizzarlo è stato improvviso e doloroso, come quando qualcuno ti colpisce al volto violentemente.
Ho sbagliato tutto. E nonostante avessi un'idea di come rimettere insieme i pezzi, sono caduta rovinosamente, e non ho le energie per rialzarmi davvero.
Mi vergogno persino ad ammetterlo a me stessa, ma è successo; ho passato un'altra giornata quasi completamente a letto, senza l'energia per alzarmi. E' successo ieri. Non sono andata in lab, e dal dire 'ci vado dopo pranzo', al rimanere a letto fino alle 5 del pomeriggio, è stato un attimo.
Mi mancano le energie. Non si tratta di dolore fisico, e nemmeno di stanchezza mentale. E non posso neppure attribuire la causa al caldo. Non so cosa ci sia di sbagliato in me. Ma fa paura, sempre più paura. E' come se la colpa fosse di ciò che sto facendo; appena tornata alla normalità, le mie energie hanno iniziato a venir meno.
Eppure amo la città in cui vivo, vero?
Eppure sono fiera del lavoro che faccio?
Vorrei giustificarmi col fatto che mi sta mancando la terra sotto i piedi, ma mi sento solo stupida a pensarla così, mi sembra di togliermi la responsabilità.
Eppure l'altro ieri se n'è andata davvero un'altra persona fondamentale per la mia vita. Rocìo, la post-doc che mi ha insegnato tutto quello che so del mio attuale lavoro, si è trasferita a Tallin.
Ho pianto tanto. Un po' egoisticamente, ho pianto.
Era l'unica con cui non avevo difficoltà di comunicazione, era l'unica che c'è sempre stata, nel lavoro e nella vita di tutti i giorni. La considero come un esempio da seguire, di chi vive cercando di dare il massimo al mondo, e nel frattempo a togliere il meno possibile. E senza nemmeno lei, la terra manca davvero sotto i piedi.
Maria, la mia carissima amica greca, anche lei è tornata a casa, qualche mese fa. E anche in quell'occasione ho pianto moltissimo. Ma ero tranquilla, ero ottimista per lei.
La solitudine è come il vento gelido che ti soffia in faccia la mattina, appena esci di casa. Subito fa male, ma poi ti ci abitui. Ma ogni volta che torni a casa e poi esci, ogni santa volta ti rendi conto del tuo stato di solitudine. E soffri.
Non so se soffro solo per questo, come un mantra che si ripete all'infinito nella mia vita, o se esistono varie cause che esplodono insieme in un certo momento. Penso che a volte, semplicemente, mi paralizzi la paura. che a volte non è nulla di particolare, ma solo paura di stare al mondo.
Sta mattina mi chiedevo che cosa mi dava forza in quella che contino a chiamare 'la mia epoca d'oro'.
Ero in una situazione sentimentalmente disastrosa, ma non sono mai stata così in forma. Forse dovrei smetterla di analizzare così minuziosamente il passato, e focalizzarmi di più sul presente.
Eppure è come un'ossessione, non riesco a farne a meno.
E allora penso, penso e penso. Finchè la testa non esplode. E mi sento sempre più inadeguata rispetto alla me stessa del 2015.
E analizzo.
Cosa facevo? Mi allenavo, avevo lo stomaco chiuso, scrivevo la tesi, viaggiavo da sola. Mi sentivo libera.
Ho fatto di tutto per ricreare le stesse condizioni al contorno.
Vado in palestra, tento di mangiare sano -finchè non uso il cibo come rifugio dei miei mali-, faccio ricerca, viaggio -da sola e non-. Mi sento libera.
Mi sento davvero libera?
Cosa avevo sbloccato nella mia testa, che ora è di nuovo bloccato?
La risposta la so.
L'autostima.
E agisco in questo istante stesso per riappropriarmene. Come? Nel modo che mi ha sempre salvata, per tutta la mia intera vita: Con il mio cervello. Studiando.
Bene, risolto questo piccolo cavillo -e davvero, era questione soltanto di un attimo della mia esistenza-, posso passare al resto di ciò che mi angoscia.
Ossia l'aver sbagliato le priorità per questo intero periodo. Dopo essermi laureata ho perso me stessa. Benchè mi sia data una nuova direzione abbastanza presto, purtroppo mi sono incriccata. Non l'ho fatto apposta, e non riconosco nemmeno con esattezza il punto in cui è successo, eppure è successo.
Mi sono sentita imprigionata, e forse un po' mi ci sento ancora adesso. La mia vita è più bella e interessante vista dall'esterno piuttosto che dall'interno. E benchè mantenere le apparenze sia importante, non lo è quanto avere un'immagine congruente di interno ed esterno.
Le tematiche che sto affrontando in questo blog, "il blog dei fallimenti", ricorrono spesso. E' come se ovunque io vada e qualsiasi cosa io faccia, il mio demone mi imprigioni sempre, mi tenga in una scatola di vetro da cui riesco a divorarmi incessantemente, senza mai avere la forza di rompere il vetro, uscire, vedere cosa c'è fuori.
Ma a proposito della congruenza tra apparenza ed interiorità, mi rendo conto che a volte basta un piccolo gesto che metta in ordine l'apparenza, per rendere più facile anche il lungo processo di mettere me stessa in ordine dall'interno. Ed è proprio in questi momenti di torpore che al risveglio mi viene una gran voglia di prendermi cura di me stessa, di fare uno scrub al corpo, di lavarmi i capelli, di farmi le sopracciglia, di mettere un pochino di trucco intorno agli occhi.
Di rifare il letto e farlo sembrare come se fosse quello di un lussuoso hotel, di lavare i miei vestiti, di passare l'aspirapolvere.
Ma l'ordine esterno dura poco, non sono capace di mantenerlo, e non riesco a dare il tempo al mio ordine interno di allinearsi a quello esterno.
Mando tutto all'aria, e lo faccio con le mie stesse mani, con i miei stessi pensieri.
Cosa ho di sbagliato?
Me lo chiedo in continuazione. Ma forse dovrei soltanto andare la convinzione limitante che in me ci sia realmente qualcosa di sbagliato. E di nuovo torna la questione dell'autostima.
Inizierò un percorso, lo inizierò oggi stesso.
Mi impegnerò forte. Darò davvero il massimo in ciò. Ma se non funzionerà, prometto qui, a me stessa, che cercherò l'aiuto di cui ho bisogno.
Non ho avuto paura ad alzare la mano e chiedere aiuto in passato, quando alle scuole medie mi resi conto che non era normale praticare autolesionismo. Non avrò paura adesso, anche se in una lingua che non è la mia, anche se ho tutte le limitazioni possibili e immaginabili. Ma prima mi concedo un'ultima possibilità. E bada bene Carlotta, è davvero l'ultima. Non lascerò passare questo intero anno senza intervenire al cuore del problema.
Il problema sono io.
Il problema è il mio demone, a cui do sempre più potere.
E' difficile anche per me stessa, stare in mia compagnia. Non mi sopporto più. E visto che me stessa sarà l'unica persona con cui avrò a che fare per tutta la mia intera vita, è proprio a me stessa che tirerò due schiaffi.
Mi tormento.
Mi sento tormentata, ma sono io stessa che mi tormento.
Non mi sopporto più.
Facciamo finta che quest'ultima settimana, quella di rientro dalle vacanze, sia solo stata una settimana di prova. La prova è fallita. Non ho più intenzione di darmi altre possibilità per sopperire al mio malessere.
Non funziona così la vita.

Commenti

  1. tesoro.calma.
    datti tempo.
    io credo che le partenze delle persone a te care abbiano influito.e molto,sul tuo umore.
    hai avuto paura di dover rimettere tutto in discussione.di nuovo.
    e hai perso il contatto con te.
    perchè?
    perchè non devi ripartire da zero.NO NO NO.
    tranquilla.
    hai costruito delle CERTEZZE.
    un lavoro solido
    amicizie solide
    una città solida
    progetti reali.concreti.
    e poi ci sei tu..che sei al centro.
    tu hai fatto queste scelte.TU!
    è normale credere di vacillare quando qualche certezza SEMBRA cedere..ma è più paura che reale circostanza.
    ok hai trascorso un giorno a letto.
    1 giorno.
    non ci pensare più.
    pensa già a come investirti.
    senza fare nulla di eccezionale.
    di eccezionale ci sei già tu.
    e allora riparti da te.
    con grinta.
    con forza.
    con coraggio.
    datti fiducia.
    tu puoi anche conquistare il mondo!!
    non è successo niente.
    non è cambiato niente.
    finchè potrai contare su di te.
    sei l'ingegnere più tosta del mondo!!

    un grosso abbraccio d'incoraggiamento
    e bacioni

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    1. Grazie di cuore, le tue parole riescono sempre a farmi riflettere e calmare. La paura mi paralizza e mi erode, ma non voglio farmi trascinare giù.
      Un forte abbraccio anche a te <3

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  2. bellissima la foto che hai scelto.
    rappresenta molto il senso del post

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    1. Grazie! Era proprio il modo in cui mi sentivo venerdì e anche ieri mentre scrivevo il post, come se la mia testa esplodesse

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  3. Questi sono i post che mi lasciano senza parole.
    Come si dice, una è poca e due sono troppe.
    Quindi ti lascio solo un abbraccio.

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    1. Grazie per il tuo prezioso abbraccio, ricambio con affetto e gratitudine <3

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