sonnolenza

Sono immersa nella sonnolenza, e mi sono versata un caffè addosso. Giuro, avevo intenzione di berlo, ma poi è scivolato. E semplicemente sono rimasta imbambolata a fissarlo.
Ora ho i jeans macchiati e puzzo di caffe.
E non ho la benché minima voglia di continuare a studiare.
Mi sento avvolta dal torpore, e vorrei ancora essere in viaggio.

A proposito, bello il viaggio, ma ora sono troppo intorpidita per perdermi in sublimi racconti.
Piuttosto che studiare scrivo, e non so quanto vada bene. Mercoledì è la resa dei conti, è il mio ultimo esame.
Vorrei tanto tornare al mare e spiaggiarmi come una balena sotto il sole arroventato della Calabria.
Vorrei tanto vedere un altro tramonto. Vorrei tanto tornare laddove il profumo di caffè, e di pizza, di mare, di cornetti appena sfornati, mi inebria. Vorrei tornare a essere avvolta da quella sensazione di appagamento, tipica di quando provi un orgasmo con ognuno dei cinque sensi.

Ho iniziato la mia ricerca della bellezza. Con questo viaggio ho deciso che non la interromperò.
Ma quanto è bella la bellezza?

L'inquietudine mi ha mossa fino alla suprema ricerca. L'inquietudine mi ha portata davanti alla poesia. L'inquietudine mi ha portata all'inizio di una strada senza fine.

Ho trovato l'infinito, l'ho racchiuso in pochi, piccoli, perfetti momenti. E adesso la sonnolenza non fa altro che riportarmi lì. Sotto la luna piena, che verso le 2-3 di notte diventava del tutto simile ad un mandarino. Sulle spiagge sconfinate. Sotto a un mantello di avvolgenti stelle.

Il torpore mi ha rimesso in mano tutte quelle bellissime sensazioni, e adesso mi incanto a guardare il vuoto, sperando di riviverle.
Vorrei tanto essere rimasta alla routine della vacanza.

Serate, musica, una spiaggia al chiaro di luna, un cornetto in piena notte, andare a dormire poco prima dell'alba.
Mi manca godermi il tramonto infuocato in spiaggia.
Mi mancano gli odori, mi manca avventurarmi in bici da qualche parte.
Mi manca il sole cocente e il sudore che gocciola sul collo.

Mi manca il clima estivo, con tutta la sua spensieratezza e la voglia di rilassarsi. Mi manca tantissimo riempire gli occhi di novità.

Eppure quando sono fuori, cerco Genova dappertutto, come se fosse il mio grande amore, e cerco di ritrovarlo in ogni città, in ogni mulattiera, in ogni scalinata.

Eppure quando mi rilasso troppo, l'inquietudine torna sempre. Mi trova e mi muove. Mi scuote e mi percuote.
Eppure arriva la sonnolenza, che nemmeno l'inquietudine è capace di portare via.

Arriverà l'autunno, e con sé porterà il cielo plumbeo, gli alberi spogli, il vento freddo e la pioggia scrosciante.
Oh quanto vorrei che piovesse!
Magari la pioggia sarebbe in grado di svegliarmi dal torpore.
Vorrei una spruzzata di acqua gelida sul viso e sulle spalle.

Vorrei immergermi ancora per una notte, ancora per una luna piena, nella suprema e pura bellezza di quel corpo, di quella mente, di quegli occhi.
Immergermi in lui in un luogo diverso, non sarà la stessa cosa.
Ritroverò ancora la bellezza? e la pace?

Guardo fuori.
Le nuvole si stanno diradando.
Penso che non verrà a piovere.
E mi intristisco. E calo ancora nel sonno.

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