Oceani, porte e altri viaggi del subconscio

Stanotte ho sognato che una delle sue summerschool a cui sono stata ammessa era in realtà una specie di 'scuola di sopravvivenza' in cui ciascun gruppo doveva affrontare prove al limite della resistenza fisica. Credo che il sogno fosse incentrato sull' European Innovation Accademy, perchè c'era un riferimento ad un hotel super lussuoso a Cascais, tuttavia in un alcuni momenti mi sono ritrovata a parlare in un francese abbastanza maccheronico, quindi non escludo che il mio sogno semplicemente parlasse di entrambe, ovvero la scuola a Montpellier dell' International Commission on Glass, e della European Innovation Accademy a Cascais.
Scoprendo che questa scuola era una specie di inganno, nient'altro che una Battle Royal a cui non si poteva scappare, sono subito stata marchiata tra i ribelli. La capa tentava di corrompermi, dicendo che se avessi fatto la brava e fatto un po' di spia sugli altri ribelli come me, avrebbe scontato del tempo al mio gruppo sulla 'prova del buco', che a quanto capito era la più terribile, e con meno chance di sopravvivenza, poichè prevedeva di stare tutti ammucchiati in un pozzo, con il sole che ci bruciava, senza viveri e senza possibilità di scappare.
Mi ricordo nettamente l'incontro con le due ragazze, uniche sopravvissute del loro gruppo, al ritorno da una prova, con il viso tutto arrossato e graffiato. la loro prova prevedeva solo di montare una tenda da campeggio in mezzo ad una foresta, in condizioni estreme, e dopo essere già state messe a dura prova da step precedenti molto faticosi, in cui già metà del gruppo si era arresa, morendo.
Mi sono unita a loro due per scappare dalla scuola, e alla fine non sostenere nessuna prova, ma alloggiando comunque nel lussuosissimo hotel, che tanto era già pagato, ma comunque sentendomi in colpa per non aver approfittato dell'intera summerschool; come se fosse uno spreco, anche se la mia non partecipazione era solo istinto di autoconservazione, di sopravvivenza.
Penso che l'interpretazione di questo sogno sia molto interessante, e abbia a che vedere con la paura di abbandonare la mia zona di comfort.
Sono molto eccitata per aver vinto la borsa di studio per l'European Innovation Accademy (EIA), anche per il fatto che il mio programma di dottorato paghi interamente per mandarmi a Montpellier a fare una scuola altamente specializzante sui vetri. Eppure non so come gestire queste emozioni contrastanti di paura verso nuove situazioni. Ho paura che sia tutto una perdita di tempo, ho paura di non riuscire a svegliarmi in tempo al mattino, ho paura di non essere in grado di sfruttare appieno tutti gli stimoli che deriveranno da queste esperienze. E forse il mio sogno significa esattamente questo, che ho paura, e tutti i timori si sono concentrati e concretizzati in unico, potente e inquietante sogno.
Questo sogno, inoltre, mi offre la possibilità di vedere cosa succederebbe se non mi mettessi per niente in gioco, ovvero il dover convivere con questa orrenda sensazione di aver infilato soltanto l'alluce nell'acqua, senza aver avuto il coraggio di tuffarmi e immergermi totalmente nel gelido oceano.
Ecco, io non voglio questo. voglio avere il coraggio di immergermi pienamente, cogliendo con entusiasmo tutte le possibili sfide. Non voglio lasciarmi trascinare dalla paura di non farcela, dal rimanere paralizzata per paura delle conseguenze delle mie azioni.


Comunque volevo scrivere di come sento di star vivendo la mia vita più intensamente, in maniera più piena. E penso che non dipenda solo dagli eventi esterni che mi stanno succedendo in questo periodo, ma più dal mio approccio. Più calmo, più tranquillo, più consapevole, più interessato, più aperto e più sensibile.
Insomma, più tutto, che alla fine risulta più pienezza in generale.
E questo mi rende felice.
Sarà anche l'arrivo dell'estate -qui in Portogallo, a differenza dell'Italia, siamo a 34 gradi, con un sole spendente e un cielo più che azzurro-, come se mi fossi risvegliata dal letargo e dalla sonnolenza che caratterizzava la mia vita, e mi portava a vedere fiacchezza ovunque, in qualche modo.
Che poi, una cosa che mi urta, è che quando tutto va bene mi viene difficile scrivere, e questo non mi va molto bene.
Perchè stare bene dovrebbe coincidere anche con più creatività, e in effetti, devo dire la verità, a volte è così anche per me; tuttavia, in alcuni momenti, il mio malessere non riesce a prescindere dalle mie -più o meno interessanti- produzioni artistiche.
A volte, quando sto male, semplicemente mando affanculo tutto della mia vita, e nemmeno mi prendo cura di me stessa.
Vorrei solo che questi momenti di benessere, di esplosione, di energia, non fossero solo degli spot occasionali della mia vita, ma che si verificassero con più costanza.
Ma forse questa è la parte che più di tutte dipende dalla mia autodisciplina e dal controllo che riesco ad esercitare sulle mie decisioni, e in ultima analisi, sulla mia vita.


Il problema a volte mi sembra proprio che risieda nella parola 'controllo'. Forse mi aspetto da me stessa qualcosa che non è possibile mettere in pratica, e che anzi, tentare di perseguire potrebbe rivelarsi dannoso.
Sono un po' combattuta, anche perchè sono consapevole del fatto che il nostro cervello non sia fatto per la felicità e la soddisfazione, ma per auto-conservarci e sopravvivere.
Per questo motivo, troppo spesso, preferiamo abbandonarci a gratificazioni immediate invece di perseguire con costanza i nostri obiettivi. C'è anche da dire che a volte si cade nella procrastinazione con la scusa del volere una gratificazione maggiore, avendo troppa fiducia nel noi stesso del domani.


Dove sta l'equilibrio nel mezzo di queste due cose? E anzi, esiste un equilibrio?
Eppure questo senso di irrequietezza scatenato dal pormi questo tipo di domande, mi da l'illusione di stare meglio, di sentirmi pienamente me stessa, in tutte le sue sfaccettature.
E poi, grazie al sogno di stanotte, mi si innescano nuove riflessioni sulla paura di vincere, sulla paura del successo.
Credevo di esserne uscita da quando ho realizzato che se si è focalizzati sul significato, il successo sarà una naturale conseguenza; eppure il sogno di stanotte mi inquieta, ma nello stesso tempo è come una molla.
Come se mi si fosse aperto un varco segreto su questi lati del mio subconscio, che in  altri momenti non voglio scrutare nel modo approfondito che richiederebbero, io esploro, esploro e ancora esploro.


Mi sento molto vicina alla chiusura di uno qualunque dei tanti cerchi aperti nella mia vita, nei miei pensieri e nelle mie ricerche.
Ma quale?
Forse quello della consapevolezza?
Forse quello della presenza?
Quando mi abbandono troppo alle mie riflessioni, sento inevitabilmente una chiusura verso il mondo esterno, come se l'introspezione fosse la mia porta di emergenza in caso di disastri.
Ecco, e qui mi viene in mente un'altra scena del mio sogno: io che devo correre via, e mi ritrova davanti ad una porta tagliafuoco chiusa a metà, da cui però spunta del fumo.
La porta è verde, dello stesso colore della EIA.
E' come se avessi paura di essere in direzione del disastro. E' come se dentro di me sapessi perfettamente che questa smania di uscire dall'ordinario, mi porterà all'ignoto.
E' come se avessi interiorizzato e visualizzato in modo profondo il detto "chi lascia la strada vecchia per la nuova, sa cosa lascia ma non sa cosa trova". La grande domanda dietro tutto questo è se io sia pronta oppure no.
Che poi in realtà...pronta a cosa? Non lo so, e ho l'impressione che non lo scoprirò mai.


Commenti

  1. "Comunque volevo scrivere di come sento di star vivendo la mia vita più intensamente, in maniera più piena. E penso che non dipenda solo dagli eventi esterni che mi stanno succedendo in questo periodo, ma più dal mio approccio. Più calmo, più tranquillo, più consapevole, più interessato, più aperto e più sensibile"

    eh. secondo me è un punto di partenza. potente e per pochi. il resto sono solo porte che si aprono.

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