Sai di cosa odora la nostalgia? - I miei primi giorni Lisbonesi

Bene, mi sento sufficientemente tranquilla per raccogliere le prime impressioni sulla meravigliosa città in cui mi trovo, e in cui rimarrò per un anno.

Iniziamo dall'inizio: la preparazione delle valigie.
Tragedia. Avevo 20kg di bagaglio oltre al bagaglio a mano, e nel mio immaginario sarebbero stati un sacco di roba. Niente di più sbagliato, e alla fine ho con me soltanto l'essenziale per sopravvivere in questa stagione e per sopperire ai colpi di freddo improvvisi che potrebbero arrivare.
va bene così, c'è stato qualche sclero nella preparazione, ma tutto sommato non ho dimenticato nulla di fondamentale, e ho veramente tutto il necessario per stare qui.

Al momento della partenza, ero con i miei genitori. Devo ammettere che è stata dura lasciarli andare. Credevo lo sarebbe stato di meno, ma la partenza è davvero un momento sconfortante. E in effetti mi sono un po' commossa, e il senso di solitudine ha iniziato a farsi strada alla prima difficoltà, ovvero quella di dover estrarre il PC dal bagaglio a mano, in cui tutto era posizionato minuziosamente per recuperare spazio.
Al gate ho conosciuto due ragazza, Giada e Alessia, anche loro dirette a Lisbona per i miei stessi motivi. Di loro, in particolare di Giada parlerò in seguito, perchè penso davvero che spesso sia il destino a muovere i fili giusti per farti incontrare le persone di cui davvero hai bisogno.

Il viaggio in aereo è stato tranquillo, ho amato il momento del decollo, in cui ho sentito un fortissimo senso di libertà. All'atterraggio mi sono commossa, e la prima cosa che ho pensato è stata "ecco il mio posto nel mondo". Lisbona vista dall'alto mostra tutto di sè stessa, e l'aeroporto è così vicino al centro della città, che all'arrivo hai la panoramica completa di ciò che ti aspetterà dopo essere uscita dall'aeroporto.

Arrivata, sapevo già dove andare; ho affittato una stanza su Uniplaces, e sarebbe venuto a prendermi alla fermata della metro il fratello del padrone di casa.

Mi sono sentita sola, spaesata e sconfortata nelle prime ore dell'arrivo. Condivido la casa con altre 5 persone (tre ragazze portoghesi, il fratello del proprietario, anch'esso portoghese, e un ragazzo turco), ma la casa sembrava comunque deserta.
Ho avuto i pensieri più pessimistici, al riguardo della casa -che in effetti era un pochino sporca-, nei riguardi dei coinquilini -con cui ero convinta di non riuscire a socializzare- e nei riguardi della città, che sembrava troppo grande e troppo affollata per accogliermi.

Era l'ora di pranzo, e avevo molta fame, così sono uscita in cerca di un piccolo ristorante, come quelli in cui ero stata nel 2012. Ne ho trovato uno in cui non parlavano inglese, ma francese. Meglio che nulla...e menomale che so bene l'inglese e anche il francese, perchè altrimenti sarebbe stato un delirio ancora maggiore dover tentare di parlare portoghese, di cui conosco soltanto le basi essenziali.
Mi hanno riempita di cibo, e quando ho fatto notare che non avrei mangiato tutto, la cameriera, molto gentile e materna, ha semplicemente detto che avrei dovuto mangiare tutto invece, perchè sono magra e avevo l'aspetto stanco.

Ho continuato facendo un giro per il quartiere dopo pranzo. E' molto carino e tranquillo, vicino al centro e vicino all'università.
Avevo appuntamento con Giada alle 16 alla stessa fermata della metro in cui ci eravamo separate.
Ho avuto qualche piccolo problema di orientamento, ma proprio in quel momento, ho scoperto l'immensa cordialità delle persone portoghesi; ho chiesto informazioni a Francisco, un ragazzo portoghese che avrà avuto più o meno la mia età, bello quanto gentile, che mi ha accompagnata fino al luogo in cui sarei dovuta andare. E' uno studente di architettura, e nel tragitto mi ha raccontato di suo padre, che è un ingegnere e ha frequentato la stessa università che andrò a frequentare io. Mi ha raccontato le curiosità degli edifici che incontravamo nel tragitto, e in particolare di una prigione molto antica, che c'è qui vicino. Mi ha mostrato il suo bar preferito, dove spesso va, e giunti a destinazione mi ha augurato buona fortuna e dato due baci sulle guance, come se fossimo grandi amici. Non l'ho più visto qua in giro, un giorno di questi andrò a fare colazione nel bar che mi ha indicato.

Ho accompagnato Giada nel tragitto verso la sua università, ubicata in Belém, uno dei quartieri più turistici e più famosi di Lisbona. Abbiamo mangiato le famose Pasteis de Belém, ci siamo sedute su un prato, e abbiamo parlato, e parlato e parlato. Ho appreso che in effetti io e lei abbiamo tante, troppe cose in comune. Quel pomeriggio è volato, e insieme a lei sembrava di essere da una vita in questa città. Abbiamo riso, condiviso, e scoperto insieme le bellezze della città.
Siamo anche passate da Alameda, nella mia università, è sono rimasta meravigliata da quanto fosse bella, e da quanto la zona che la accoglie sia così... non so nemmeno come descriverla, ma sensazionale. C'è un grande parco, molto verde, c'è un percorso ginnico, ci sono i giochi per i bambini, c'è una bellissima fontana. Insomma tutte le foto del mondo non rendono affatto il senso di stupore che si prova nell'essere in quel luogo. E non è da me dirlo, ma non vedo l'ora di frequentare l'università.

Il cielo di Lisbona, è la cosa che rimpiangerò di più dopo essere tornata. E' di un azzurro surreale, e mi ricordo che nel 2012, quando sono stata qui per la prima volta, mi ricordo che tornata a Genova, guardando il cielo mi chiedevo perchè non fosse luminoso come quello di Lisbona.

Ho abbellito camera mia con la mia roba, mi sono un pochino sistemata, e devo dire che a tratti mi sento un pochettino come in un libro di Josè Saramago. Sto anche riscoprendo la mia vena artistica; questa città mi ispira, e voglio vivermela appieno.

Ieri ho fatto il mio primo bagno nell'oceano, sono andata a Costa de Caparica con Tiago, il mio coinquilino. Mi ha mostrato dei posti veramente bellissimi, con viste mozzafiato sulla città.
Quando siamo arrivati in cima al Cristo Rei non ho potuto dire nient'altro che "I love Lisbon".
Stare qui mi emoziona, mi rende felice, e mi fa essere ottimista e determinata.

Una caratteristica particolare della città è che l'aeroporto è molto vicino al centro città, pertanto gli aerei si vedono vicinissimi, e soprattutto si sentono. Questo mi ricorderà che sono in un viaggio continuo.

A volte non realizzo di essere in questa città, a volte mi sveglio al mattino con un'energia che non capisco da dove provenga, poi mi giro, guardo fuori dalla finestra, vedo l'azzurro limpido del cielo di Lisbona e mi ricordo che sono qui per inseguire i miei sogni ed essere felice.

Penso che lo stato d'animo di questi giorni possa essere riassunto da una foto. Una foto in cui sono inebriata dagli odori, in cui sono stupita da ciò che i miei occhi possono vedere, in cui sono alla ricerca dell'infinito, oltre l'orizzonte dell'oceano infinito.

"Benvenuta a Lisbona, città quasi perfetta con molto da imparare, in costante cambiamento.
Iniziamo dall'allegria che profuma i caffè all'aperto nel tardo pomeriggio, quando il sole si sta per congedare.
Sai di cosa odora la nostalgia? Immagina un mazzo di rose rosse, il regalo ricevuto da una persona speciale, che ha un significato profondo e particolare. Prendi la rosa con prudenza, chiudi gli occhi ed estrai l'essenza profumata. La nostalgia profuma di rose fresche.
Gli odori di Lisbona vivono tra le case. La verità sa di mela verde. Si addenta la mela e la verità cambia, assumendo nuove forme. Ma sai dove puoi trovare l'odore della poesia? Che tu ci creda o no, l'odore della poesia si trova nei vestiti lavati che asciugano al sole.
Mi piacerebbe tornare qui con te. potremo passeggiare per viuzze ombrose che danno voce a chi non ce l'ha, e se i pazzi si sciolgono nel canto noi ci uniremo a loro di buon cuore. Nel caso in cui il bar all'aperto, -quello che mi piaceva tanto, che profumava di cannella-, fosse pieno di turisti, noi andremo al prossimo e, chi lo sa...forse scopriremo un nuovo angolo di Lisbona che fino ad ora era rimasto nascosto ai nostri occhi.
Se piove ci proteggeremo sotto il cielo di Lisbona, un cielo di incertezze, che ha bisogno di noi per avere un senso.

-Testo reale basato sulla realtà circostante."


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